In occasione della 18esima Festa del Cinema di Roma abbiamo avuto il piacere di incontrare uno dei cineasti contemporanei più visionari e originali in attività. Ci riferiamo a Michel Gondry che torna nelle sale italiane con il suo ultimo film Il Libro delle Soluzioni in uscita l’1 novembre per I Wonder Pictures.
Nella splendida cornice dell’Auditorium Parco della Musica, il regista di Se mi lasci ti cancello e L’Arte del Sogno si è concesso a un piccolo numero di intervistatori durante una round table dall’atmosfera intima e colloquiale.
Di seguito il nostro report.
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https://youtu.be/K0HSD_i2DvA?si=9IDD6uQgrmGyatSr
[InGenereCinema]: Lei ha avuto la possibilità di lavorare sia in America che in Europa. Quali differenze ci sono tra i due sistemi produttivi e quale preferisce, se ne preferisce uno?
[Michel Gondry]: In realtà, non c’è grande differenza. Il lavoro è sempre il medesimo, forse cambia la proporzione e i mezzi che si hanno a disposizione, ma per il resto non registro grosse differenze. Ecco, forse, la più grande differenza è il denaro. Il budget.
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[InG]: Anche il rapporto con i produttori non è così differente?
[MG]: No, ma non necessariamente in termini negativi. In fondo, il produttore non è sempre brutto e cattivo, anzi, molto spesso il rapporto che si può avere con un produttore è molto stimolante e creativo.
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[InG]: Una volta lei ha detto: “La creatività si accompagna sempre a uno squilibrio”. Può spiegarsi meglio?
[MG]: In realtà, quello che avrei voluto dire e che io sono incline a uno squilibrio naturale, nonostante ciò riesco a fare il mio lavoro, quello che ho sempre desiderato fare. Quindi, più semplicemente, ripensando alle mie parole direi di essere una persona molto fortunata che riesce a essere creativa e produttiva malgrado lo squilibrio che mi appartiene.
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[Paolo Gaudio]: Lei forse più di tanti altri registi contemporanei è condizionato dalla sua vita onirica. Quindi alle volte fa dei sogni ricorrenti che mette all’interno dei suoi film. Ecco, mi chiedevo, ma quando realizza i suoi film e quindi la sua vita onirica è di ritorno diventando cinema, questo cinema influenza la sua attività onirica?
[MG]: Si, assolutamente, senza dubbio. È un po’ difficile descrivere cosa succede nello specifico, però io sono sicuro che un po’ tutti i dettagli della vita quotidiana abbiano effettivamente una ripercussione nei nostri sogni e se effettivamente penso a un dettaglio della mia vita passata ecco che lo posso ritrovare e riattualizzare all’interno del mio cinema. E effettivamente poi lo posso andare a ri-sognare, quindi sognando poi lo si riorganizza. Anche se è un po’ difficile andare a provare nello specifico che cosa succede a livello mentale. Però sì, senza dubbio il cinema è anche nei miei sogni.
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[PG]: Io realizzo cortometraggi in passo uno, in stop motion, ho fatto anche un lungometraggio in stop motion. Ho visto che Lei utilizza DragonFrame, un software che utilizzo anche io. Volevo sapere se si trova bene o se mi consiglia qualche altro programma.
[MG]: In realtà devo dire che non ho dei gran suggerimenti da darti. È vero che DragonFrame lo utilizzo, mi sembra un software semplice, pratico. Ormai lo uso da due anni, però ecco non saprei dare dei gran consigli devo dire.
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[InG]: La sua filmografia è piena di protagonisti maschi, crede che in futuro ci potremmo aspettare un film di Gondry con al centro della storia un personaggio femminile?
[MG]: Si certo, ho dei progetti con delle protagoniste femminili, ma devo ammettere solo per puro opportunismo [ride] Dopotutto, per me non sarebbe poi così complesso: basta sostituire il personaggio maschile con quello femminile [ride ancora più forte].
A cura di Paolo Gaudio
[Roma, ottobre 2023]