“Un povero fessacchiotto”. Fu così che l’allora pubblico ministero Felicia Genovese si espresse nei confronti di Danilo Restivo. Eppure le testimonianza di diverse persone e l’atteggiamento di un ragazzo disturbato e feticista, chiamato nel potentino “il parrucchiere” per via di quella morbosa mania di tagliare le ciocche di capelli a ragazze sconosciute, oggetto della sua collezione, erano talmente chiari e inequivocabili da non lasciare dubbi: Danilo era pericoloso e aveva bisogno di essere tenuto sotto stretto controllo e curato.
Quel 12 settembre 1993, se solo si fosse agito con un po’ di buonsenso e trasparenza, si sarebbe scoperto che il cadavere di Elisa Claps, studentessa sedicenne potentina, era nascosto nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità, dove verrà ufficialmente ritrovata diciassette anni dopo. Per anni, nella città di Potenza e dintorni, le voci portavano tutti in un’unica direzione: ad uccidere Elisa non poteva essere stato altro che Restivo, e il parroco della Santissima Trinità, Don Mimì Sabia, era stato suo complice fin dal primo giorno, lui che i Restivo li conosceva da anni e li frequentava, come si scoprirà poi.
Solitamente delle vittime di omicidio o, come in questo caso, di femminicidio, si conosce bel poco. É “il caso” a fare notizia, ed è la figura dell’assassino a prendere piede in tv e negli altri mezzi di comunicazione. A distanza di trent’anni dall’omicidio di Elisa, la giornalista Zaccagnino ha avuto un’intuizione: quella di pubblicare stralci dei diari segreti di Elisa, per mostrarci finalmente la sua personalità e descrivercela nella bellezza della sua adolescenza.
Così nasce Sono io Elisa Claps – Nei diari segreti, sogni e speranze di una vita interrotta, edito da Edigrafema, un libro che è una sorpresa per quanti hanno seguito, all’epoca dei fatti o di recente, il cosiddetto “caso Claps”, e ne sono rimasti scioccati ed emotivamente coinvolti.
Elisa era un’adolescente come tante, certo, che amava profondamente la sua famiglia, come scrive nel suo diario, sottolineando come si sentisse fortunata ad avere un padre e una madre esemplari, e due fratelli, Gildo e Luciano, che la facevano sentire importante e la proteggevano. Dagli stralci dei diari emerge la figura di una ragazza con la testa sulle spalle, assennata e seria, allegra e briosa, desiderosa di portare avanti i suoi obiettivi e sognatrice. Tra i sogni di Elisa c’era quello di fare il medico, in particolare di occuparsi dei più deboli, progettando di spostare la sua professione in Africa. La sensibilità di Elisa si evince fin dalle prime righe, e colpisce il dolore con cui commenta la notizia degli attentati mafiosi in cui persero la vita Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino, con le rispettive scorte. Elisa alternava i commenti alle notizie dei telegiornali e della stampa, alle sue emozioni e ansie, come quella per l’esito di un esame universitario di Gildo, all’epoca studente di giurisprudenza, o per il mancato rientro a casa di una sua amica, che si era attardata mettendo agitazione nella famiglia e anche in lei.
Nel libro ci sono anche gli interventi della madre di Elisa, Filomena, che commuovono e colpiscono per la sua dolcezza ma nello stesso anche per la sua fermezza, più volte oltraggiata, con la sua famiglia, dagli ambienti clericali, come dalla stampa e dagli stessi vertici della giustizia.
La postfazione di Gildo Claps è particolarmente struggente, perché in poche righe esprime l’amore immenso per sua sorella, per cui continua a lottare, perché sia fatta piena chiarezza sulle complicità e connivenze.
Gilda Signoretti
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SONO IO ELISA CLAPS
Autore: Mariagrazia Zaccagnino
Editore: Edigrafema [http://www.edigrafema.it]
Pagine: 144
Illustrazioni: No
Foto: No
Costo: 16,00 euro