Amiche e Amici dell’Horror, sappiamo che ci stavate aspettando e non potevamo, né volevamo, esimerci dal portare a termine questa nostra piacevole tradizione. Come ogni anno, anche per questo 2023 chiudiamo le pubblicazioni sulla nostra Gazzetta con Il Meglio del Cinema di Genere.
Le regole del gioco le conoscete: cinque Categorie [non solo appartenenti al Genere cinematografico d’appartenenza] e per ognuno di queste vi proponiamo quello che per noi è stato il miglior film, andando a scegliere sempre [dove è possibile] tra i titoli che hanno avuto una distribuzione [anche piccola] in sala.
Buona lettura e non dimenticate di farci sapere se i film che vi abbiamo proposto hanno incontrato i vostri gusti e quali avreste scelto per stilare una vostra lista!
A tutti voi un sereno 2024! Sigla!
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Miglior Horror: TALK TO ME di Danny e Michael Philippou
Per il secondo anno [dopo X – A Sexy Horror Story] è una produzione A24, e una distribuzione italiana Midnight Factory, a conquistare il titoli di Miglior Horror della stagione su InGenereCinema.com.
Stavolta tocca al sorprendente Talk to Me di Danny e Michael Philippou: un film estremamente semplice, ma altrettanto efficace, che riesce ad essere fresco e moderno pur trattando una tematica assai abusata all’interno del nostro Genere di riferimento e che, cosa ancora più importante, riesce a spaventare davvero!
Partendo da un assunto che riesce a trascinare anche le generazioni più giovane all’interno dell’orrido gioco, Talk to Me racconta di un gruppo di ragazzi e dei loro video virali sui social, che ruotano tutti attorno un macabro feticcio: una mano di ceramica che probabilmente contiene al suo interno quella mummificata di una medium ancora capace di comunicare con l’oltretomba.
Tutti sono interessati a provare l’esperienza sovrannaturale, quasi come se fosse una nuova droga, e proprio come in un vischioso rapporto con uno stupefacente, rimangono automaticamente schiavi della pratica spiritica. Per Mia [Sophie Wilde] è diverso: lei, percorrendo la via dell’ignoto, cerca di ritrovare sua madre e questo la pone su un piano assai meno ludico, ma non per questo poco pericoloso o più equilibrato.
I Philippou realizzano anche un interessante ritratto di una generazione annebbiata dalla ricerca continua di un compiacimento riscontrabile solo rendendo pubblico e invidiabile il proprio privato, ma anche e soprattutto un nuovo modo di raccontare il mondo dello spiritismo e della possessione spiritica e un mondo infernale decisamente inquietante, anche se solo accennato.
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Miglior Sci-fi: NESSUNO TI SALVERÀ di Brian Duffield
Sostenuto da Stephen King e amato da Guillermo del Toro, Nessuno ti Salverà è lo Sci-Fi dell’anno perché mostra il coraggio delle scelte. Tutte radicali e estreme, tutte personali e coraggiose in un territorio, quello della fantascienza, in cui fare qualcosa di diverso è davvero molto difficile. Brian Duffield ci riesce con grande personalità costruendo un film di invasione aliena procedendo per sottrazione: nessuna distruzione, zero esplosioni o raggi laser, niente folla che corre in preda al panico e udite, udite nessun dialogo. Cosa resta? Vi chiederete, cari Amici di InGenereCinema.com. Semplice, l’azione.
Una lunga corsa per la salvezza, tesa, adrenalinica e divertente che rispolvera il fanta-horror e ricorda a tutti di cosa ha bisogno il cinema: di scelte. Scegliere ciò che appare difficile o rischioso è alla base della settima arte. Avere la capacità impavida di apparire radicale allo scopo di trovare la propria personale visione è il compito di ogni cineasta ed è ciò che rende il cinema il mezzo di espressione più affascinante e potente di cui disponiamo.
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Miglior Fantastico: TARTARUGHE NINJA – CAOS MUTANTE di Jeff Rowe
Le Teenage Mutant Ninja Turtles di Jeff Rowe, rivedute e corrette da Seth Rogen e Evan Goldberg – produttori e sceneggiatori del nuovo lungometraggio animato Tartarughe Ninja – Caos Mutante – sono riuscite a far innamorare nuove leve di spettatori e a non scontentare affatto chi invece con le quattro tartarughe ci è cresciuto.
Questo perché nelle intenzioni del team creativo era chiara fin da subito la necessità di dover attualizzare il mondo dentro cui i giovani mutanti crescono e vivono le proprie avventure, senza però snaturarne gli intenti e i solidi principi. Anzi, per Caos Mutante ci si spinge proprio alle origini di tutto cercando ispirazione proprio nella serie a fumetti degli anni ’80, con un approccio grafico riuscito e funzionale, ad esempio, che porta sul grande schermo un tipo di disegno grezzo e apparentemente sporco, rimando diretto a quello di Eastman. Tono grottesco e imperfetto che si sposa anche all’andamento generale della storia narrata e alla riproposizione dei personaggi, rimodellati in chiave ironica a volte volutamente grossolana.
Il film, già disponibile in edizione home video con Plaion Pictures, è a tutti gli effetti una origin story e, nonostante i toni scanzonati, poggia sulla solida ossatura del suo messaggio neanche troppo intrinseco: la ricerca dell’accettazione [di sé e dell’altro]. Il sentirsi differente e unico nella propria individualità, ma allo stesso tempo il volere essere parte di una comunità. In una società come quella di oggi non è affatto trascurabile.
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Miglior Bizzarro: L’ESORCISTA DEL PAPA di Julius Avery
Un horror esorcistico come Miglior Bizzarro? Assolutamente sì, perché L’esorcista del papa riesce a superare i limiti di un film dell’orrore [fintamente] ispirato a fatti realmente accaduti [in questo caso la vita del prete esorcista Gabriel Amorth], a fare un giro completo del sotto-Genere in cui si sviluppa e a trasformarsi in un b-movie che mescola orrore all’odor di zolfo con un habitat e situazioni perfettamente riconoscibili, scene di possessione rubate a precursori più a fuoco e che qui risultano meravigliosamente stonate, un protagonista che diventa un prete guascone che non ha timore del Diavolo tanto quanto del Vaticano, che si muove in Vespa anche se deve attraversare l’oceano e non disdegna modi gigioneschi e approcci bizzarri alla dottrina.
Ciliegina sulla torta, poi, è la presenza di Franco Nero nei panni del papa, con un’interpretazione talmente sospesa e intima da regalare poi delle vere e proprie epifanie nei rari momenti in cui viene calato in situazioni davvero paradossali.
Stiamo parlando di un b-movie fiero di sé, quindi agli effetti più iconici della possessione diabolica [deformazioni di viso e voce, lingue sconosciute, teste che ruotano, corpi che levitano e carni dilaniate su cui appaiono scritte] si aggiungono scene più naif come strane apparizioni mariane, corpi nudi che esplodono, ritrovamenti antichi che potrebbero stravolgere la storia dell’umanità… e, perché no, si ride!
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Miglior Indie: MIMÌ – PRINCIPE DELLE TENEBRE di Brando De Sica
Forse non sarà indie nell’accezione più comunemente intesa, ma certamente l’esordio al lungometraggio di Brando De Sica si mostra come un’opera non allineata che ama l’horror e lo spinge verso nuovi orizzonti. Mimì – Il Principe delle Tenebre è un film che noi tutti amici dell’horror stavamo aspettando da tempo, in quanto potrebbe indicare una via altra per intendere il Genere nostrano o più semplicemente il cambio generazionale di cui avrebbe bisogno, guidato da un rappresentante di peso, dal background importante e con una passione per il fantastico assolutamente contagiosa. Un film italiano puramente di Genere con vampiri, sangue, momenti onirici, che riesce a essere credibile nel contesto in cui è ambientato, nonostante abbia l’evidente desiderio di omaggiare il cinema del terrore internazionale.
Questa ambizione fa di Mimì – Il Principe delle Tenebre la pellicola di un autore che conosce bene quello che vuole dal suo cinema e che, al netto di alcune scivolate, realizza con autenticità il Genere all’italiana. Complimenti a Brando De Sica che con questo esordio compie una sorta di atto politico schierandosi dalla parte dei “film con i mostri”, e noi ne siamo entusiasti. Evviva Nosferatu!
Luca Ruocco e Paolo Gaudio