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ENEA di Pietro Castellitto

Per chi esordisce con un’opera prima pressoché perfetta, approcciarsi al secondo film è quanto di più difficile e rischioso esista nella carriera di un regista. Soddisfare le alte aspettative, dimostrare non solo di essere all’altezza, ma di essere migliori di sé stessi, può rivelarsi una montagna da scalare a mani nude. Se poi di cognome fai Castellitto, a tutto questo c’è da aggiungere la pericolosa facoltà [concessa a pochi] di essere lasciato totalmente libero e di poter fare un’opera seconda da otto milioni di euro: grandi possibilità, certo, ma anche enormi rischi.

Enea aveva lasciato tiepida la critica a Venezia, dove era stato presentato in concorso all’80° Mostra del Cinema, dalla quale era uscito senza vittorie e senza grandi elogi. Da oggi, 11 gennaio 2024 sarà in sala e la parola – oltre che alla critica – spetterà al pubblico.

La storia che Pietro Castellitto sceglie di raccontare, con una sceneggiatura che porta esclusivamente la sua firma, è l’ennesimo racconto di un’alta borghesia romana vuota e annoiata: dalla vita, dagli amici, dall’amore, dalla famiglia. E di un ragazzo – Enea, appunto, interpretato dallo stesso Castellitto – che possiede tutto e che, nonostante questo, trova un modo stupido per mettersi nei guai. A differenza di quanto fatto ne I predatori, insomma, non c’è nessuna originalità nel plot di questo film e nemmeno lo sviluppo dello script riesce a riservare sorprese; a rigor di logica, dunque, ciò su cui Castellitto sceglie di puntare sono forma e interpretazione.

E alla forma il giovane regista tiene molto, lo dimostra ispirandosi [forse fin troppo] a Sorrentino, lasciando emergere però anche una personale visione registica che, tuttavia, non sorprende per genialità e pecca un po’ di presunzione. Qualche sano guizzo, invece, ne I predatori c’era stato eccome.

Intendiamoci, chi scrive non rapporta Enea a I predatori per il sadico gusto di puntare il dito sulle mancanze di quest’opera seconda; tutt’altro: lo fa perché sia ben chiaro a tutti che il Pietro Castellitto regista ha grandi capacità e ce lo ha già saputo ampiamente dimostrare.

Anche per quanto riguarda le interpretazioni, purtroppo, non tutte le scelte si rivelano una buona intuizione: Benedetta Porcaroli è, ahinoi, ormai intrappolata nel ruolo della signorina alto borghese e c’è da dire che in questo caso la sceneggiatura non l’ha aiutata nella costruzione di un personaggio che appare rarefatto e fin troppo bidimensionale. Così come la scelta di Giorgio Quarzo Guarascio [di professione cantautore] per un ruolo così centrale risulta quantomeno fuori fuoco. La bravura di Sergio Castellitto e di Chiara Noschese, invece, fortunatamente risolleva le sorti recitative del film donandoci indubbiamente tutte le scene migliori.

C’è sicuramente una grandissima ambizione alla base di Enea, ambizione che però fatica a trasformarsi in opportunità e che più spesso diviene soltanto eccesso. E gli eccessi, si sa, sono difficili da gestire; soprattutto con così poca esperienza.

Verrebbe quasi da chiedersi: se Castellitto fosse stato trattato come tutti gli altri registi all’opera seconda [e quindi se fosse stato affiancato da uno sceneggiatore con più esperienza, o se avesse avuto a disposizione la metà del budget] sarebbe forse venuto fuori un film migliore? Certo, le nostre sono soltanto supposizioni, amici di InGenereCinema, non abbiamo contezza del fatto che le cose stiano esattamente così; eppure…

Irene Scialanca

ENEA

Regia: Pietro Castellitto

Uscita in sala in Italia: giovedì 11 gennaio 2024

Con: Pietro Castellitto, Giorgio Quarzo Guarascio, Benedetta Porcaroli, Chiara Noschese, Giorgio Montanini, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Cesare Castellitto, Sergio Castellitto, Paolo Giovannucci

Sceneggiatura: Pietro Castellitto

Produzione: The Apartment, Vision Distribution, Frenesy in collaborazione con Sky, Prime Video e Giovane Film

Distribuzione: Vision Distribution

Anno: 2023

Durata: 115’

InGenere Cinema

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