I cinque film che si contenderanno l’Oscar come Miglior Film Internazionale il prossimo undici marzo sono senza alcun dubbio di grandissimo spessore. A opere di grandi maestri come Wim Wenders, Matteo Garrone e Jonathan Glazer si aggiunge il lavoro di un regista di Genere come J.A. Bayona [per il quale il sottoscritto fa il tifo] e quello dell’outsider İlker Çatak, giovane autore tedesco, che ha sorpreso con il suo teso e rigoroso La sala professori. Questo titolo, che uscirà nelle nostre sale il 29 febbraio distribuito da Lucky Red, è un esempio di come costruire la tensione mostrando solo la distanza tra le intenzioni della protagonista e le conseguenze che esse generano. Un’intuizione notevole che indica certamente un sentiero da seguire, ma che necessita ancora di essere affinato.
Carla Nowak, una giovane insegnante di matematica e educazione fisica è entrata da poco a far parte del corpo docente. Carla è al suo prima lavoro e lo affronta con passione e idealismo. Tutto procede per il meglio fino a quando cominciano a verificarsi dei piccoli furti all’interno della scuola. Il principale sospettato è un alunno turco che viene sottoposto a un umiliante interrogatorio dalla preside, a seguito del quale Carla prende a cuore il caso e decide di indagare segretamente in prima persona per scoprire la verità. Tale indagine innescherà una serie di conseguenze negative che le si ritorceranno contro.
È proprio nella contrapposizione tra ciò che si vorrebbe e ciò che si ottiene che La sala professori dà il suo meglio: la capacità di muovere tutto il racconto su questa direttiva rende l’esperienza cinematografica molto raffinata e tesa, degna di un giallo o un thriller. Çatak costruisce la sua narrazione sulla crisi di metodo della giovane insegnante che pur seguendo un’ideologia progressista e democratica riesce solo a ottenere malcontento, sia da parte dei suoi alunni che da quella dei sui colleghi. La teoria con la quale si è formata, all’atto pratico, non riesce a risolvere quel problema che da piccolo lentamente diventerà enorme e davvero difficile da gestire. Dunque, un solo fatto – i furti e la ricerca del ladro – e molto conseguenze.
Da qui la capacità del cineasta tedesco di drammatizzare le responsabilità individuali e quelle collettive, specialmente in un ambiente così delicato come quello scolastico, nonché il coraggio di non aderire al conformismo imperante, assumendosi la responsabilità del proprio pensiero. Un pensiero sincero e colmo di buone intenzioni, dicevamo, ma che scatena reazioni imprevedibili e assolutamente contrarie a quanto si potesse aspettare. Talmente inaspettate da nascondere e poi addirittura far dimenticare quell’unico fatto di cui sopra, occupando tutto lo spazio del resto della narrazione con i drammi di Carla e le contingenze a cui deve far fronte. Questo, a parere di chi scrive, è il minimo di un ottimo film: dimenticare completamente il motivo dal quale tutto è generato chiudendosi dentro un labirinto di prese di posizioni e incapacità di comunicazione dal quale non si può o non si vuole uscire.
Detto questo La sala professori resta un film elegante e formale, fotografato in un bellissimo 4:3 con una colonna sonora minimale e asciutta dalla grande atmosfera. L’11 marzo ne vedremo delle belle…
Paolo Gaudio
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LA SALA PROFESSORI
Regia: Ilker Çatak
Con: Leonie Benesch, Leonard Stettnisch, Eva Löbau, Michael Klammer, Anne-Kathrin Gummich, Kathrin Wehlisch, Sarah Bauerett, Rafael Stachowiak, Uygar Tamer
Uscita sala in Italia: giovedì 29 febbraio 2024
Sceneggiatura: Ilker Çatak, Johannes Duncker
Produzione: If…Production
Distribuzione: Lucky Red
Anno: 2024
Durata: 98′