Anni ’90. Lisa Gray [Lauren LaVera] è una restauratrice d’arte americana che viene inviata in sostituzione del padre a Sambuci, nel palazzo della duchessa Emma Malvisi [Claudia Gerini]. Il lavoro che le viene assegnato è assai importate per la nobildonna, ma soprattutto è da fare in fretta. Pochi giorni di tempo e il dipinto medioevale, sopravvissuto a un incendio accidentale e ora completamente annerito, dovrà tornare al suo splendore originale per poter essere messo in vendita a un’importante asta.
Questo, almeno, è quello che racconta la duchessa Malvisi, ma l’aria che si respira nel castello inizia subito a farsi pesante, anche a causa degli strani comportamenti della giovane figlia della nobildonna [Linda Zampaglione] che, sempre in contrasto con la genitrice, si lascia sfuggire piccoli pezzi di una verità davvero difficile da accettare.
Partiamo da una prima certezza: quando Federico Zampaglione lavora sul suo Genere cinematografico di riferimento – l’horror – ci mette il cuore e si sente sempre. Una passione vera che lo ha portato a diventare un conoscitore navigato non solo della scena italica, anche se maggiormente a quella sembra puntare quando racconta le sue storie. Succedeva con Tulpa, tentativo di personalizzare e attualizzare il nostro thriller a tinte sensuali degli anni ‘70 e quello argentiano, e succede ancora con The Well.
Qui Zampaglione lavora per riuscire a tenere in vita due cuori, e questa è di certo la cosa più interessante del film: oltre a quello che stiamo analizzando, uno più internazionale che forse lo aveva battuto durante il suo debutto nel Genere con Shadow.
The Well, infatti, porta avanti con orgoglio il discorso d’appartenenza del regista, costruendo un primo binario narrativo [quello più strutturato, anche se non ricerca originalità e sorpresa] su chiarissimi rimandi a La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati, con un quadro da restaurare che nasconde una verità oscura. Ma anche all’Argento di Suspiria, con una giovane artista che arriva smarrita in una città straniera e si trova a doversi scontrare con “quella cosa che ovunque, sempre, da tutti è creduta!”; senza dimenticare un legame di sangue con la famiglia Bava. Con Lamberto perché il film punta molto sull’ibridazione con le tematiche del fantastico quasi fiabesco [cosa che tra l’altro avveniva anche in Suspiria] e con Mario, per alcuni effetti visivi che sembrano citare appieno il suo lavoro nel finale.
Ma quello scritto con Stefano Masi è un horror che pur rimanendo estremamente semplice, percorre fin dall’inizio un secondo binario che mescola un incipit da slasher a uno sviluppo quasi da torture porn di inizio millennio, grazie anche agli effetti assai grafici firmati da Carlo Diamantini.
I due binari chiaramente collimano quando è il tempo, per riversare spettatore e protagonista all’interno dell’incubo preparato da Zampaglione. Un incubo in cui è facile ritrovare altre ossessioni dell’autore che apparentano il nuovo film ai suoi altri horror: freaks inquietanti e altri sopra le righe; il ruolo centrale ma duale riservato al femminile; un debole per l’efferatezza ludica delle morti messe in scena a cui spesso è riservata la fetta più importante della torta filmica.
Un grande gioco che mescola omaggi, aspirazioni [la più grande sembrerebbe essere quella di avvicinarsi alla poetica terrorista di Lucio Fulci] che forse si legano anche alla decisione di ambientare la storia nei primi anni ‘90, quando questo tipo di racconti e di mood erano di casa all’interno delle produzioni fantastico-orrorifiche televisive e in quelle cinematografiche di poco tempo precedenti.
Ma The Well, che effettivamente poi gira attorno a un vecchio pozzo e a una creatura arcana – creando un altro gioco di binari paralleli tra un mondo di sopra e uno di sotto – , rimescola anche i sotto-Generi: da una parte il gotico classico all’italiana e lo slasher dei ’60 e ‘70, poi il fantastico orrorifico degli ’80 e ’90, infine il torture millenial dicevamo. Il tutto in un ambito produttivo da film indie un po’ gonfiato che potrebbe aver regalato al regista e al suo staff qualche bega in più da risolvere nel tentativo di dipingere un ritratto col cuore retrò [con i suoi pro e i suoi contro] del Genere nazionale, oltre che maggiori libertà. E che probabilmente dovrebbe anche far riflettere sullo stato delle nostre cose produttive, relativamente al Genere, una volta messi da parte con saggezza i vecchi e vuoti discorsi di rinascita.
Oltre a Claudia Gerini e Linda Zampaglione, che avevano già affiancato Zampaglione in altre produzioni mainstream o autoprodotte, a tener le fila del film [e i rimandi diretti a Jessica Harper] è la Laura LaVera di Terrifier 2; mentre quella del compianto Giovanni Lombardo Radice rappresenta l’ultima apparizione su grande schermo.
In sala dal 1° agosto e, notizia fresca [fonte Nocturno Cinema], con un divieto ai minori di 18 anni in quanto “La violenza mostrata oltre ad essere esplicita, viene sviluppata in scene in cui assume una rappresentazione esageratamente prolungata e dettagliata”.
Luca Ruocco
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THE WELL
Regia: Federico Zampaglione
Con: Lauren LaVera, Claudia Gerini, Giovanni Lombardo Radice, Linda Zampaglione, Jonathan Dylan King, Lorenzo Renzi, Taylor Zaudtke, Gianluigi Calvani, Yassine Fadel
Uscita in sala in Italia: giovedì 1 agosto 2024
Sceneggiatura: Stefano Masi, Federico Zampaglione
Produzione: Iperuranio Film
Distribuzione: Iperuranio Film, in collaborazione con CG Entertainment
Anno: 2023
Durata: 91’