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ALIEN: ROMULUS di Fede Álvarez

Dopo lo smisurato Prometheus [2012], lontano prequel che allargava la mitologia di Alien a teorie creazioniste e mondi lontanissimi, e il suo sequel Alien: Covenant [2017] – entrambi diretti dal padrone di casa Ridley Scott – la saga cinematografica degli xenomorfi ritorna alle sue origini cinematografiche e passa di mano, per quanto riguarda la regia, cedendo il timone a Fede Álvarez.

Il settimo capitolo del franchise, Alien: Romulus, si posiziona temporalmente tra il primo Alien [del 1979 e sempre con la regia di Scott] e Aliens – Scontro finale [James Cameron]. Un midquel, quindi, che si collega molto esplicitamente ai fatti accaduti nel primo film e che sarebbero accaduti nel secondo, ma ha rimandi [visivi e narrativi] ben riconoscibili a Alien³ [David Fincher, 1992] e allo stesso Prometheus.

Della trama è utile sapere che racconta l’attracco pirata alla stazione spaziale Weyland-Yutani in disuso Romulus and Remus da parte di un equipaggio composto da alcuni giovani senza troppe speranze di vivere un futuro migliore sulla loro colonia di origine e del loro androide.

L’unica sopravvissuta della Nostromo, Ripley [Sigourney Weaver] del tutto assente da questo nuovo capitolo, sta vagando alla deriva in stato di ipersonno nello spazio profondo, dopo che uno xenomorfo ha massacrato il suo equipaggio. I giovani che si avventureranno su Romulus per appropriarsi delle capsule criogeniche che potrebbero permettergli di raggiungere un pianeta lontano in animazione sospesa, ovviamente si troveranno ad affrontare la stessa minaccia aliena implacabile e perfetta. Ma come e perché l’alieno esteticamente nato dalla mente di Hans Ruedi Giger si trovi lì ve lo lasciamo scoprire in sala.

Di certo, quello che già sappiamo dalle storie narrate in precedenza è che la società Weyland-Yutani vuole portare quella creatura sulla Terra per farne un’arma biologica e ha ordinato all’androide Ash [Ian Holm] di garantire il successo di questo progetto a qualunque costo.

Fede Álvarez, che abbiamo già avuto modo di apprezzare nel suo Man in the Dark [2016] e ancor più nel reboot del 2013 de La casa, è uno che con l’horror ci sa fare e il punto cardine del progetto di questo Alien: Romulus è proprio quello di riportare in alto la horror line della saga.

Il regista, affiancato in sceneggiatura dal suo sodale collaboratore Rodo Sayauges e sul set da un buon cast guidato dalla protagonista di Civil War Cailee Spaeny, non fa mancare davvero nulla agli appassionati del Genere più oscuro, né tantomeno ai fan della saga.

Innanzitutto sfatiamo un possibile dubbio che potrebbe attanagliare che si troverà davanti un cast di giovani attori: il processo messo in atto dal regista da La casa non è quello di dare una svolta teen al film, né al futuro sviluppo del franchise Alien. La storia presenta costantemente un’atmosfera dark, che aumenta e diventa totale quando i ragazzi riescono a attraccare la stazione abbandonata che diventa quasi subito specchio riflesso [e per certi versi ingigantito] della Nostromo del film capostipite.

Lo studio scenografico, soprattutto per quanto riguarda la tecnologia usata, e dei costumi [spaziali e non] rimanda con attenzione al tipo di apparecchiature e conoscenze “futuristiche” che si erano riuscite a immaginare e riportare sullo schermo alla fine degli anni ’70, qualcosa che rimanda sempre all’analogico e al meccanico.

Álvarez conosce bene il mondo narrativo che gli è stato affidato, e questo si vede, in più lo tratta con rispetto e devozione, riuscendo a confezionare almeno un paio di sequenze da ricordare, una delle quali riguarda l’acido venefico che gli xenomorfi hanno al posto del liquido ematico, in una situazione di totale assenza di gravità.

Come ogni buon capitolo di saga che si rispetti, anche qui assisteremo a un nuovo gradino dell’evoluzione degli xenomorfi, ma quel che conta ancor di più sono le strutture emozionali [abbandono, crescita improvvisa, fiducia/sfiducia e ovviamente paura] che nello spazio profondo si sposano con la scoperta di non essere mai stati soli nell’Universo.

Scene al sangue e di parti alieni raccontate graficamente con dovizie di particolari. Da perdonare unicamente un’introduzione un po’ troppo lunga, prima di sprofondare nell’abisso.

Luca Ruocco

ALIEN: ROMULUS

Regia: Fede Álvarez

Con: Cailee Spaeny, David Jonsson, Archie Renaux, Isabela Merced, Spike Fearn, Aileen Wu

Uscita in sala in Italia: mercoledì 14 agosto 2024

Sceneggiatura: Fede Álvarez, Rodo Sayauges, dai personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett

Produzione: 20th Century Studios, Scott Free Productions, Brandywine Productions

Distribuzione: 20th Century Studios Italia

Anno: 2024

Durata: 119’

InGenere Cinema

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