Il deserto dei Tartari è un romanzo di Dino Buzzati pubblicato nel 1940. Un lavoro che in qualche modo ne segnò la consacrazione tra i grandi scrittori del Novecento italiano.
La storia è ambientata in un paese immaginario e prende il via da un momento particolare della vita del sottotenente Giovanni Drogo che, divenuto ufficiale, viene assegnato alla Fortezza Bastiani, un posto assai distante dalla sua città di origine, ultimo avamposto ai confini settentrionali del Regno. Una fortezza che domina una desolata pianura chiamata appunto “deserto dei Tartari”.
Anche se da moltissimo tempo nessuna minaccia è più apparsa su quel fronte, la fortezza rimane, in eterna attesa che qualcosa accada, che una guerra scoppi e, mentre attende, inizia a perdere autorevolezza e importanza strategica e, di conseguenza, a svuotarsi dei militari che la popolavano.
La storia, a detta dello stesso Buzzati, era nata dalle monotone serate all’interno della redazione in cui lo scrittore lavorava e dove aveva l’impressione di consumare inutilmente ore e ore della sua vita.
All’interno della Fortezza Bastiani si attende [forse altrettanto inutilmente] lo scoppio di un evento bellico che potrebbe fornire un senso alle carriere di quei militari che continuano a consumare le proprie vite all’interno di quelle mura, preparandosi a qualcosa di drammaticamente inesistente. Un’attesa in qualche modo beckettiana, proprio perché si aspetta qualcosa che palesemente non arriverà e ancor più perché chi è lì sembra non riuscire a comunicare il disagio che vive a chi ha vicino.
Questo tempo sospeso diventa un fumetto di circa 170 tavole con l’adattamento e i testi di Michele Medda [uno dei papà di Nathan Never] e i disegni di Pasquale Frisenda [in casa Bonelli ha disegnato per Tex e Magico Vento]; un lavoro non semplice, proprio perché trasporre atmosfere di sospensione e incomunicabilità attraverso il linguaggio fumettistico poteva rivelarsi un’arma a doppio taglio, ma tutto va per il meglio. Parole e disegni riescono a dare vita a Drogo, ai suoi commilitoni e ai superiori, al suo amore lontano, alla Fortezza Bastiani e arrivano a creare quel senso costante di insoddisfazione e nostalgia, di incompletezza e inconcludenza.
L’adattamento grafico de Il deserto dei Tartari nasce da una passione forte, condivisa da Medda e Frisenda, per l’intero mondo letterario di Dino Buzzati e per questo romanzo in particolare. Questa affezione si trasforma in cura, tutela, nonostante i due abbiano scelto di dare maggiore spazio a episodi o personaggi in particolare, come era giusto fare nel processo di ricostruzione di una storia attraverso gli occhi e le sensibilità di altri due autori.
Il formato scelto da Sergio Bonelli Editore è quello giusto: un grande volume con cover cartonata che punta direttamente librerie e fumetterie e permette di godere appieno della lettura delle tavole, anche e soprattutto di quei momenti drammaturgici fatti di silenzio e di ripetizioni e di tempo che scorre inesorabile.
Frisenda propone un disegno pulito, un tratto lirico, colorato in mezzatinta a china. Specchio grafico che acquista particolare importanza proprio nelle sequenze e nelle tavole senza parole [che siano incluse in dialoghi o didascalie].
Un’opera, questa, che ha l’aura del classico e che in qualche modo rinsalda il rapporto che Buzzati ha sempre avuto con l’arte del fumetto, a cui si era avvicinato nel 1969 con il suo Poema a fumetti.
Il volume SBE include la prefazione “Una trappola irresistibile” firmata dal direttore editoria Michele Masiero, e l’approfondimento “Il colore delle ombre” a cura di Gianmaria Contro con le illustrazioni e gli studi grafici di Frisenda.
Luca Ruocco
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IL DESERTO DEI TARTARI
Autori: Michele Medda, Pasquale Frisenda [da Dino Buzzati]
Editore: Sergio Bonelli Editore [www.sergiobonelli.it]
Pagine: 178
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 25,00 euro