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GARIBALDI: RISORGIMENTO – L’intervista al creatore Andrea Guglielmino

Roma, Anni ’90. Un periodo di forte fermento in ambito politico e sociale e periodo di uscita di un film che poi diventerà un cult, ovvero Il Corvo. Libero e Italia sono due fratelli, due giovani ragazzini alle prese con i cambiamenti e i tumulti della loro epoca, ma anche della loro adolescenza. Libero è timido e introverso e grande appassionato di Giuseppe Garibaldi e del Risorgimento, mentre Italia, dal look dark-gothic è stata folgorata dal film di Alex Proyas, tanto da truccarsi come il suo protagonista. I due, seppur molto diversi, sono parecchio uniti, ma un catastrofico evento spezzerà per sempre le loro vite.

Questa è la sinossi del nuovo lavoro di Andrea Guglielmino [già autore del fumetto “Garibaldi Vs Zombies”] che è da qualche mese arrivato in libreria con la prima parte di una storia a fumetti, cruda, dark e noir, che omaggia ancora una volta l’eroe dei due mondi, stavolta insieme a un’altra icona del fumetto e del cinema contemporanei.

Ne abbiamo parlato direttamente con l’autore.

[Luca Ruocco]: Prendiamola alla larga, Andrea. A inizio stagione cinematografica ha raggiunto le sale italiane il reboot [remake o rilettura] de Il Corvo. Mi dici cosa ne pensi – da critico e da fruitore? In generale cosa pensi delle riproposizioni di cult generazionali, riadattati [bene o meno bene] per essere più vicine a generazioni più giovani?

[Andrea Guglielmino]: Personalmente il film non mi è piaciuto, ma se dovessi spiegare precisamente perché, probabilmente rischierei di fare spoiler. Diciamo che il colpo di scena finale toglie senso e potenza al concept dell’opera, perché il Corvo non è un elemento salvifico, ma uno spirito di vendetta ed è proprio questo il senso della sua tragedia. Il Corvo non può portare nessuno indietro dalla morte, nemmeno l’anima che accompagna, la cui resurrezione è assolutamente temporanea. E bucare questo punto fondamentale per me significa mancare l’obiettivo in maniera plateale. Non funziona nemmeno da un punto di vista strettamente “logico”. È un peccato perché Bill Skarsgård è un ottimo attore e da un punto di vista tecnico il film di Sanders è anche discreto. Inoltre – ma questo non è un problema strettamente riguardante il film – credo che utilizzare il nome di Eric Draven sia risultato in un darsi la zappa sui piedi, perché chiamava un confronto diretto con Brandon Lee, quindi con una leggenda. Avrebbero potuto tranquillamente evitarlo, dato che la mitologia del Corvo implica l’utilizzo di diversi personaggi. I gusti sono gusti ma l’insuccesso al box office è purtroppo un dato oggettivo.

[LR]: Nel mondo dei fumetti, da sceneggiatore, sei particolarmente legato al personaggio di Giuseppe Garibaldi che hai già fatto scontrare con i morti viventi, con Mickey Mouse e che a breve farai incontrare con il mostro di Frankenstein. Come nasce questo tuo personaggio e questo universo a fumetti?

[AG]: “Ero in piedi sul water attaccando un  orologio…”. Cito spesso questa frase da Ritorno al Futuro perché anche per me si è trattato di un’autentica “epiphany”.

Non sulla tazza del gabinetto, nel mio caso. Ero invece in redazione a Cinecittà, dove lavoro come giornalista – ti parlo ormai di oltre dieci anni fa – e cercavo disperatamente un’idea per farmi valere anche nel mondo dei fumetti. Non avevo uno straccio di firma e ovviamente non potevo disporre di personaggi noti. Masticavo nervosamente un sigaro Toscano Garibaldi… e l’occhio mi cadde sulla confezione. Il Generale nella sua divisa tipica, in camicia rossa, brandiva eroicamente un tricolore! Ecco l’icona che cercavo. Era come Capitan America… ma italiano! E poi era il momento in cui andavano per la maggiore horror sopra le righe come Abraham Lincoln: Vampire Hunter oppure Orgoglio, pregiudizio e zombie, sempre con il gusto di mescolare mondi apparentemente lontani. Era fatta! Avevo la mia idea. Dovevo solo impegnarmi per realizzarla… e sono passati dieci anni, ma alla fine ce l’ho fatta.

[LR]: Ora Garibaldi è al centro di un altro tuo lavoro: Garibaldi: Risorgimento che, in qualche modo, va a legarsi proprio a Il Corvo. Tra l’altro hai dichiarato che questa line non è collegata alle altre storie e che potrebbe essere un Garibaldi alternativo. Ce ne parli?

[AG]: Diciamo che ho mantenuto volutamente una certa ambiguità. Si può decidere di immaginare questa storia in continuity con quanto visto in Garibaldi vs. Zombies oppure come un’avventura separata. L’icona Garibaldi è quella: carattere verace, barba rossa, capello folto, spada, camicia rossa… anche se qui acquisisce ovviamente caratteri dark sia nel comportamento che nel look, come l’impermeabile e il trucco pesante che omaggiano ovviamente il fumetto di James O’Barr e soprattutto il film di Proyas che ne è stato tratto.

La prima differenza sta nell’ambientazione, perché mentre i vari “Garibaldi vs.” si svolgono nel corso di un 1800 leggermente distopico, Risorgimento si ambienta nell’Italia degli anni ‘90, più specificamente nel 1994, anno di uscita nelle sale del film con Brandon Lee. Un’Italia descritta in maniera relativamente “realistica”, un mondo di periferia dove si sono persi tutti i valori di stampo politico, che sono diventati simboli vuoti di significato. Emerge una classe sociale nuova, quella degli imprenditori che saranno destinati a governare, sconvolgendo il sistema per come lo si conosceva fino ad allora. Non posso dire che si tratti di un fumetto di stampo satirico o politico, ma ho trovato interessante portare Garibaldi in questo paese in fase di mutamento, totalmente diverso dall’Italia che lui aveva consegnato ai cittadini. Un mondo che non riconosce, anche se gli resta indissolubilmente legato. Con questi presupposti, e volendo appunto omaggiare l’opera oscura di O’Barr, ho eliminato pressoché tutta l’ironia che contraddistingue le altre pubblicazioni. Non sarebbe stata opportuna. Non ci sono, ad esempio, le “vocine” critiche che commentano le vignette, che ritroverete invece in Garibaldi vs. Frankenstein, il prequel ormai in dirittura d’arrivo. È un’opera più diretta, cruda e, appunto, tragica. Garibaldi non è un eroe senza macchia, anzi. Si comporta come un vendicativo assassino, a dimostrazione del fatto che non esiste un solo Garibaldi, ma tante interpretazioni della stessa icona.

[LR]: La storia è suddivisa in un due volumi. Strategia editoriale o motivazioni drammaturgiche e strutturali? I due volumi hanno due anime differenti?

[AG]: Entrambe le cose. Il fumetto lo abbiamo realizzato a tempo record, dato che l’idea – per cui devo ringraziare anche un amico cartoonist che me l’ha suggerita – è arrivata assieme al rilascio delle prime immagini del reboot, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Emmetre l’ha subito accolta, a patto – e giustamente – che si riuscisse a uscire assieme al film, inizialmente previsto per giugno e poi slittato ad agosto. Da qui la scelta di usare non solo un disegnatore ma un intero team, come nei fumetti americani,  che da un lato ha velocizzato la lavorazione ma dall’altro mi ha messo di fronte al coordinamento di tante porzioni diverse di storia nello stesso momento. Produttivamente parlando è stato il fumetto più impegnativo e stimolante che abbia mai realizzato, perché tutto doveva essere coerente. Sembrava quasi di essere il regista di un film ad alto budget. Fondamentale in questo l’aiuto dei miei disegnatori “senior”, Fabio Govoni e Riccardo Frezza, perché mentre io mi occupavo degli aspetti più strettamente narrativi loro facevano un po’ da segretari di edizione, controllando che ambienti e personaggi fossero allineati, pur mantenendo ciascun artista il suo stile. La divisione in due volumi, inutile negarlo, risponde alla stessa esigenza, perché in questo modo siamo riusciti a presentare il primo al Novacon di luglio, anticipando addirittura di un mese l’uscita del film. Non male, eh? Il fumetto è una nave veloce. Naturalmente, sapendo come dovevo gestire il tutto, ho lavorato alla sceneggiatura tenendo conto della divisione, e del ritmo che il tutto avrebbe assunto. Ad esempio, ogni porzione di ogni disegnatore si chiude con un colpo di scena, oppure una tavola o una battuta a effetto, per rendere agevole il passaggio, e così avviene per lo spazio tra i due volumi. La storia va letta come un unico corpus, ma possiamo dire che tutta la prima parte è una lunga e graduale genesi che vede Garibaldi trasformarsi da icona eroica a vendicatore spietato attraverso una serie di passaggi e la relazione stretta con tutti gli altri protagonisti della vicenda, perché in realtà è una storia corale, proprio come lo era anche Il Corvo. C’era Eric ma anche il mondo attorno a lui, il detective, la ragazzina… i villain [a cui abbiamo dato anche una storia approfondita, per evitare il macchiettismo] e soprattutto la città, Detroit, che era un’altra protagonista. Noi abbiamo il quartiere Roma Tuscolano. Come O’Barr, volevo conoscere ogni altura su cui Garibaldi potesse arrampicarsi, ogni vicolo in cui potesse celarsi. Quindi ho scelto il mio quartiere, dove sono cresciuto veramente negli anni Novanta. Ecco, per rispondere alla tua domanda, la prima parte riguarda tutto questo, mentre nella seconda vedremo il “Garibaldi Raven” in azione. E scopriremo che il male non sta mai da una parte sola.

[LR]: Il progetto vede al tuo fianco diversi disegnatori: come li hai scelti e cosa hai chiesto a ognuno di loro?

[AG]: In parte ho risposto già. La selezione è stata abbastanza rapida, dato il poco tempo a disposizione. Con Frezza ho già lavorato tanto sia in Bugs che in Noise Press, ormai siamo un duo perfetto e poi Riccardo è anche attore e modello. Dato che anch’io nel mio piccolo volevo un Brandon Lee che incarnasse il personaggio, ho pensato che lui fosse perfetto. Gli ho chiesto di prendersi come riferimento per il personaggio e poi, grazie al bravissimo fotografo Emanuele Santoro, lo abbiamo immortalato in un photoshoot di prossima pubblicazione… vedrete Garibaldi in carne e ossa, con tanto di spada d’epoca. Non vi dico la fatica per trovarla! Govoni mi ha contattato dopo aver letto il mio saggio L’era dei bonellidi, dove lo avevo citato per aver realizzato la serie Ironheart. È stato molto gentile, mi ha regalato un numero raro della serie e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto lavorare con me alla prima occasione. Che era questa. Emanuel Derna è stato scelto da Emmetre, mentre gli altri, Mirko Cusmai, Bobbo Cornacchini e Jarod Cannucciari, hanno risposto a un mio annuncio online.

[LR]: Per quando è prevista l’uscita del volume 2?

[AG]: A novembre, insieme a Garibaldi vs. Frankenstein. Sarà un mese pieno!

[LR]: Visto che lo conosci così bene, secondo te con quale altra icona dell’horror o del cinema potrebbe ancora scontrarsi il buon Garibaldi?

[AG]: Con tutta probabilità il prossimo albo che scriverò sarà l’annunciato Nino Bixio cacciatore di vampiri, e ovviamente il buon Giuseppe farà la sua apparizione. Posso rivelare anche che è in programma un Garibaldi vs. Zombies 2, cioè un vero e proprio sequel, dato che vs. Frankenstein si ambienta invece parecchi anni prima.

In un albetto speciale – Garibaldi vs. Mickey –  lo abbiamo fatto scontrare con Topolino, sfruttando la perdite dei diritti della sua immagine originale da parte di Disney.

C’è una bellissima fan art di Sudario Brando, pubblicata sui social, dove addirittura il “mio” Garibaldi si incontra con Dylan Dog.

Garibaldi è come il nero: sta bene su tutto. Ma non ci limiteremo a lui.  C’è un intero universo dietro: tanti altri personaggi del Risorgimento – io lo chiamo ‘Rishorrorgimento’ – sono iconici quanto il Generale: Bixio, Mazzini, Cavour, Napoleone III…

Di idee ne ho parecchie, ma non voglio rivelarle ora… se ci seguirete, ne vedrete delle belle!

Per acquistare il primo albo di Garibaldi: Risorgimento, clicca qui: https://emmetre-edizioni.simply.site/SHOP/GARIBALDI-RISORGIMENTO-Parte-1-p672715575

A cura di Luca Ruocco

InGenere Cinema

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