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DYLAN DOG: DIARY [NUOVA EDIZIONE] + UNA RISATA VI RESUSCITERÀ

Lo scorso 27 settembre è tornato in libreria e fumetteria il prezioso Dylan Dog Diary curato da Marco Nucci. Un volume che racconta in modo interessante e originale la storia editoriale dell’indagatore dell’incubo.

Il volume venne pubblicato per la prima volta in occasione dei 30 anni di Dylan Dog, proprio nel periodo in cui il sottoscritto e Marcello Rossi portavano in TV e nei festival del fumetto il documentario Dylan Dog – 30 anni di incubi. C’era davvero un gran fermento attorno a questo importante anniversario  e su più fronti si sentiva il bisogno di raccontare un’idea all’apparenza fragile che, col tempo, si era trasformata in un fenomeno culturale di portate generazionale. L’idea di un nuovo fumetto, un horror, arrivata in casa Sergio Bonelli Editore grazie a un uomo che all’editoria e ai fumetti aveva già dedicato l’intera sua giovinezza [non solo autoriale], ma che non si sarebbe mai aspettato un tale risultato: Tiziano Sclavi.

«Di Dylan sono pronte le prime tre storie e sto scrivendo la quarta. Magari è tutto inutile, chiuderà dopo il primo numero. La crisi è fortissima, non si vende. Nelle edicole lo spazio per i fumetti si è sempre più ristretto. Dobbiamo essere matti a uscire con una serie nuova», sono interventi come questo di Sclavi a costruire la storia che Nucci raccoglie e cuce all’interno del libro. Uno strano e affascinante racconto frankensteiniano, quasi un romanzo epistolare dai tanti protagonisti che, però, non spediscono le proprie missive. Preferiscono raccoglierle all’interno di un diario personale o, forse, le spediscono dal passato per ricordare ai sé del futuro come questa incredibile avventura è cominciata.

Dentro al Dylan Dog Diary, Nucci riesce a inserire gli interventi di autori che hanno fatto la storia dell’indagatore di Craven Road, a spiare tra i ricordi personali di chi lo ha visto nascere: oltre al creatore, ad esempio, un Angelo Stano dal 1990 che confessa attese e speranze su “Storia di Nessuno”.

Perché un’altra delle caratteristiche del Diary è quella di legare la “confessione” privata di uno sceneggiatore o di un disegnatore a un anno specifico [dal 1986 al 2016] e quindi a un albo che può aver rappresentato un momento importante, di vita e/o di conferme professionali, un esordio o altro.

Fuori catalogo da qualche tempo, il volume si focalizza anche sulla trascorsa gestione del curatore Roberto Recchioni, che regala anche un interessante ricordo della nascita di “Mater Morbi”, ma riesce a cullarci fra i ricordi di un giovane Claudio Chiaverotti alle prese con l’eredità sclaviana da tenere viva durante una pausa creativa del papà di Dylan, o un [fintamente] perplesso Corrado Roi.

Il volume è carico di illustrazioni [molte inedite all’epoca della prima uscita], vignette e sequenze dagli albi raccontati negli stralci di diario. Inoltre, in chiusa, è presentata anche una sezione, “Note”, che raccoglie al suo interno altri disegni, tavole scartate con raffronto con le pagine di sceneggiature, stesure di soggetti e interventi scritti ad hoc.

A completare il volume, una piccola chicca: una storia di 24 pagine dedicata proprio al famoso diario [o sarebbe più giusto dire ai diari] di Dylan Dog, scritta da Nucci e disegnata da Montanari e Grassani.

Oltre alla cover rossa e con un differente utilizzo del disegno di Cavenago, a differenziare questa seconda edizione dalla precedente, sono due redazionali in testa: “Ai margini” della nuova curatrice Barbara Baraldi, assente nella vecchia versione, e “Benedizioni”, che sostituisce il precedente di Nucci.

Se non avete avuto modo di acquistarlo per festeggiare il trentennale, fatelo ora [che siamo quasi vicini ai 40]. Se siete super-collezionisti… fatelo ugualmente!

Ormai i dylaniati  ne hanno fatto una saga di culto. Quella de Il pianeta dei morti è un what if ambientato in una linea temporale diversa o in un’epoca futura dove una misteriosa epidemia ha trasformato gran parte degli esseri umani in zombi. Ma è anche una delle linee narrative più amate dai lettori di Dylan Dog.

Nel mondo apocalittico immaginato da Alessandro Bilotta, l’indagatore dell’incubo è ormai un uomo di mezza età, con un carico di rimpianti e rimorsi sulle spalle talmente ingombrante da averlo riportato tra le braccia del suo peggior nemico: l’alcool. Un po’ specchiandosi nel solito Francesco Dellamorte, che è un’onnipresente ombra contaminante nell’universo sclaviano, l’old boy si è trasferito a vivere in un cimitero, per avere davanti agli occhi un continuo memento mori che gli ricordi la caducità di tutto quello in cui ha sempre creduto e che gli si è rivoltato contro a causa di un sentimento e di un legame così forti da avergli fatto prendere la scelta giusta al momento sbagliato.

Nel “Pianeta dei morti” Dylan non è più l’indagatore di Craven Road, ma continua a collaborare malvolentieri con Scotland Yard, cercando di trovare un senso a questa nuova “razza” che ormai occupa gran parte dello spazio prima conteso tra i vivi.

Dylan è costretto a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto e guarda il suo mondo cadere a pezzi, giorno per giorno, albo per albo. Ma la cosa più straordinaria di questa saga è che Bilotta riesce a legarsi profondamente alle radici sclaviane delle origini e della Storia dell’inquilino di Craven Road, rinarrandone le tappe essenziali [e gli amati personaggi comprimari], mentre compie un’opera finissima di destrutturazione e parziale riscrittura.

In Una risata vi resusciterà, ottavo e ultimo volume cartonato della saga, tutto gira intorno alla disperata figura del cabarettista Waldo Wilkinson. Un uomo delle innumerevoli vite, che tira a campare di espedienti e di bugie e che proprio dalle sue menzogne potrebbe essere completamente distrutto, se la sua triste quotidianità non si stesse svolgendo proprio all’inizio di tutto, quando i ritornanti cominciano a risorgere. Il personaggio di Waldo si legherà, in modo prevedibile ma sublime e riuscito, a un altro grande character della saga dell’indagatore dell’incubo che, cosa assai curiosa, appare nel volume davvero per pochissime tavole.

Humour, freddure e assurdità si mescolano in modo perfetto a malinconia e insoddisfazione. Il senso di smarrimento e la delusione trasudano dalle magnifiche espressioni che Sergio Gerasi dona ai personaggi, all’interno di una storia che davvero punta tanto sulla recitazione.

Come dicevamo sopra, si tratta dell’ultimo [per ora] volume da libreria della saga de “Il pianeta dei morti”. Gli Speciali a seguire non hanno più portato in edicola altre storie da questo universo alternativo o parallelo. Il creatore Bilotta ha da subito affermato che alla chiusura definitiva del ciclo mancherebbero altre cinque storie. In attesa di leggerle [speriamo che siano messe in lavorazione!] il volume raccoglie anche la storia breve e a colori da cui tutto è partito: “Il pianeta dei morti”, di Bilotta e Carmine Di Giandomenico.

Luca Ruocco

 

DYLAN DOG DIARY [NUOVA EDIZIONE]

Autori: Marco Nucci [a cura di]

Editore: Sergio Bonelli Editore [www.sergiobonelli.it]

Pagine: 226

Illustrazioni/Foto:

Costo: 32,00 euro

DYLAN DOG – IL PIANETA DEI MORTI: UNA RISATA VI RESUSCITERÀ

Autori: Alessandro Bilotta, Sergio Gerasi, Carmine Di Giandomenico

Editore: Sergio Bonelli Editore [www.sergiobonelli.it]

Pagine: 200

Illustrazioni/Foto:

Costo: 23,00 euro

InGenere Cinema

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