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MEGALOPOLIS di Francis Ford Coppola

Forse Francis Ford Coppola ha il potere di fermare il tempo, solo per sé. Ne avrebbe usufruito più volte nel corso della sua carriera, durante i tanti momenti difficoltosi delle sue lavorazioni. Basti pensare alle forti pressioni dei dirigenti Paramount per Il padrino, alle calamità che hanno distrutto i set nelle Filippine di Apocalypse Now, o all’impressionante insuccesso di pubblico e di critica di Un sogno lungo un giorno. Quest’ultimo è stato un grave fallimento commerciale e ha portato alla bancarotta della sua casa di produzione, la American Zoetrope, essendo un progetto del tutto autofinanziato. Insomma, momenti di stasi e meditazione fra una contrattazione, un ciak e una distribuzione, con la costante idea che ogni fatica avrà un qualche tipo di rivalsa in futuro.

Apocalypse Now, tormentato da problemi produttivi che hanno portato ad un lavoro effettivo di oltre cinque anni, è stato in parte completato da Coppola con le proprie finanze, mettendo sul piatto la casa e i profitti de Il padrino. Un tragitto lungo e arduo, quasi come quello di Willard [Martin Sheen] per trovare il “regno” del Col. Kurtz [Marlon Brando]. E probabilmente non è un caso che l’idea per Megalopolis sia venuta proprio durante la fine delle riprese di questo film e che abbia richiesto oltre quarant’anni per la sua concretizzazione e un ennesimo sacrificio da parte del regista: la vendita delle sue proficue aziende vinicole per raggiungere il budget necessario.

Chi riesce davvero a fermare il tempo, in quest’ultima e faticosa opera di Francis Ford Coppola è Cesar Catilina [Adam Driver], un architetto futuristico che ha inventato un nuovo e strabiliante materiale, il Megalon, plasmabile per qualsiasi tipo di costruzione. Il suo ambizioso progetto è appunto la fondazione di Megalopolis, una città evoluta e innovativa in sostituzione della malsana New Rome. I piani di Catilina non possono di certo essere approvati da Franklyn Cicero [Giancarlo Esposito], sindaco conservatore che ha dei programmi più redditizi per la sua città. Attorniato e imparentato da patrizi arrivisti e incestuosi, il tormentato architetto trova un’inaspettata alleata in Julia [Nathalie Emmanuel], figlia di Cicero, che abbraccia il suo catartico ideale artistico in contrasto con l’imperante pigrizia politica. Fra i gelosi intrighi arditi dall’ex amante Wow Platinum [Aubrey Plaza] e dal geloso cugino Clodio Pulcro [Shia LaBeouf], Catilina riesce a mettere in atto il suo ambizioso disegno, sulle rovine di una “celestiale” sciagura.

Megalopolis può essere quindi visto come un’allegoria della vita stessa di Coppola, dove le sue talentuose bramosie sono quasi sempre contrastate con il sistema produttivo hollywoodiano gestito dai grossi dirigenti cinematografici, nella continua ricerca di una creatività indipendente. Come parallelismo, sceglie la vita patrizia dell’antica società romana, ispirandosi alla congiura del politico sovversivo Lucio Sergio Catilina e inserendola in un contesto moderno. New Rome non è nient’altro che New York, con una Statua della Libertà che regge la fiaccola con il proprio braccio sinistro o il Madison Square Garden gremito per le corse delle bighe o per gli incontri di wrestling fra gladiatori. Come sorta di alter ego, Francis Ford Coppola sceglie Adam Driver, un autentico campione nel far disincagliare i travagliati progetti di importanti autori: da Silence di Martin Scorsese, allo scalognato L’uomo che uccise Don Chisciotte di Terry Gilliam, fino al Ferrari di Michael Mann.

L’attore raffigura un Catilina afflitto dagli eccessi e da un lugubre passato coniugale; come probabilmente accaduto al suo equivalente storico, è oggetto di calunnie di ogni sorta al solo scopo di screditarlo. Al fianco di Driver, un cast assai prestigioso, composto da fidati collaboratori e anche noti parenti del regista: Laurence Fishburne, testimone dell’idea di Megalopolis sul set di Apocalypse Now, interpreta proprio il fido assistente dell’architetto e il narratore dell’intera novella, quasi a voler simboleggiare e comprovare il lungo sostegno dato a Coppola già dalla prime fasi, fin da sbarbato; Giancarlo Esposito, a quarant’anni da Cotton Club, è scelto come primario e acuto oppositore, in una plausibile rappresentanza di qualche testardo dirigente di Hollywood [Charles Bludhorn? Robert Evans? Chissà]; Jon Voight [L’uomo della pioggia] interpreta l’accorto banchiere Hamilton Crasso III, mentre Dustin Hoffman sostituisce il compianto James Caan [Sonny ne Il padrino] per il ruolo del mediatore Nush Berman, entrambi probabili equivalenti di chi ha fatto quadrare i conti nel corso tempo; sul lato parentale, la sorella Talia Shire [anche lei da Il padrino] e il nipote Jason Schwartzman [prima volta al lavoro con zio Francis], danno il loro piccolo appoggio in ruoli minori. Assente il nipote prediletto Nicolas Cage, inizialmente coinvolto nei primi anni 2000, forse proprio per la parte di Catilina. Fra i nuovi collaboratori, spiccano senz’altro Shia LeBeouf, in un ruolo che rimembra i reali comportamenti smisurati dell’attore, e Aubrey Plaza, nella parte di una spietata arrampicatrice sociale. Nathalie Emmanuel interpreta con candore l’unico essere in grado di valicare i confini dell’ambizioso protagonista, condividendone le abilità: se molti personaggi riescono a corrispondere a soggetti reali, quello di Julia non può che essere legato alla moglie Eleanor Coppola, da poco scomparsa.

Completano le amichevoli e familiari cooperazioni Mihai Mălaimare Jr., direttore della sontuosa fotografia; Osvaldo Golijov, compositore di temi musicali che richiamano palesemente i peplum degli anni ‘50; e infine Roman Coppola, regista di seconda unità e affidabile erede.

Totalmente libero, audace e imprevedibile, Megalopolis potrebbe non pervenire allo spettatore medio, portandolo ad essere poco indulgente durante qualche ruzzolone e momento grottesco. Proprio come Un sogno lungo un giorno, potrebbe essere rivalutato in futuro e riscoperto come un tesoro.

La storia produttiva e artistica di Francis Ford Coppola si è quindi ripetuta, con passione e perdita monetaria. Del resto, sarà solo questione di tempo. Quel tempo che, magari, potrà essere fermato in futuro da qualche altro autore, con la stessa attitudine individuale. E familiare.

Luca Pernisco

MEGALOPOLIS

Regia: Francis Ford Coppola

Con: Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne, Katherine Hunter, Dustin Hoffman, Jason Schwartzman, Talia Shire, James Remar, Grace VanderWaal, Balthazar Getty

Uscita in Italia: mercoledì 16 ottobre 2024

Sceneggiatura: Francis Ford Coppola

Produzione: American Zoetrope, Caesar Film LLC

Distribuzione: Eagle Pictures

Anno: 2024

Durata: 138’

InGenere Cinema

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