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DONNE IN ONDA – IL RACCONTO DELL’IMMAGINARIO FEMMINILE NEI PRIMI 70 ANNI DI RAI di Lorenza Fruci

Il guaio di non essere uomini. È questo il titolo di uno storico  programma televisivo andato in onda per la prima volta il 25 marzo 1929. Come è facile intuire, si trattava di uno dei primi format televisivi dedicati alla condizione delle donne, al loro ruolo subalterno nella società, al lavoro femminile, a quello che oggi chiamiamo “gender gap”, ovvero la disparità tra uomo e donna, alla diffusione di stereotipi e pregiudizi sul mondo delle donne, alla condizione delle donne contadine, all’analfabetismo, che sembrava una condizione “obbligata” delle donne”, e altre tematiche legate all’orizzonte femminile.

Il guaio di non essere uomini, comunque, non era l’unico programma che faceva servizio pubblico puntando l’attenzione sulle donne.

Sempre in quel 1959 la Rai trasmetteva un programma d’inchiesta in otto puntate, dal titolo La donna che lavora guidato da un giornalista attento e raffinato come Ugo Zatterin, che insieme a Giovanni Salvi, raccolse in giro per l’Italia le testimonianza delle donne sul tema del lavoro femminile e della condizione femminile in una società ancora troppo patriarcale. Era una tv che iniziava a sperimentare nuovi codici linguistici, che per la prima volta sentiva la necessità, e non solo il dovere, di raccontare il Paese attraverso la realtà vista, e non narrata o romanzata, con gli occhi di un giornalista che si muoveva come un detective in un panorama in cui non era scontato ottenere un’intervista da persone sconosciute che dovevano presentarsi e parlare di sé: il riserbo, la timidezza, l’imbarazzo nel non sapersi esprimere in un italiano corretto, essendo magari abituati a parlare il dialetto, la sensazione di inadeguatezza e non solo, ponevano dei limiti nella comunicazione, soprattutto se di fronte c’era una telecamera. Con il tempo le donne capirono quanto fosse potente la televisione, e iniziarono a sfruttare le sue potenzialità per difendere I loro diritti.

È proprio sul ruolo delle donne nella tv pubblica targata Rai che la giornalista Lorenza Fruci ha dedicato la sua ultima fatica Donne in onda. Il racconto dell’immaginario femminile nei primi anni 70 di Rai, edito da RaiLibri, ripercorrendo proprio gli sviluppi di un percorso che ha portato le donne a iniziare ad avere un ruolo sempre più attivo nella società e anche nel mondo della comunicazione, denunciando abusi e soprusi, a partire proprio dagli anni ’50. Gli anni dell’inizio del riscatto, preceduto dal diritto di voto conquistato nel referendum del 2 giugno 1946, quando per la prima volta le donne sono chiamate a scegliere quale forma di Stato dare all’Italia: monarchia o repubblica, dopo le conseguenze disastrose della seconda guerra, e a votare anche per l’elezione dei rappresentanti dell’Assemblea costituente.

Fruci spiega come la tv pubblica abbia iniziato a indagare il mondo femminile, ponendo l’attenzione proprio sui diritti delle donne, sulle loro rivendicazioni, illustrando anche storie di riscatto [come Franca Viola, prima donna italiana ad aver rifiutato un matrimonio riparatore dopo essere stata rapita e stuprata dal nipote del capo mafia di Alcamo, in Sicilia], identificando la donna non con lo stereotipo di madre o moglie, o legandola a determinati ceti sociali, ma come individuo di cui vengono messe in luce le qualità innanzitutto, per poi raccontare un’ascesa nel campo della conquista dei diritti umani, sociali, economici, lavorativi e non solo. Un percorso che ancora oggi continua, perché tutt’ora la condizione femminile è oggetto di dibattito, e tutt’ora mancano le condizioni affinché le donne possano vivere in contesti sociali in cui possano sentirsi realmente rispettate e tutelate, vittima ancora degli stereotipi nel mondo del lavoro e dove si sente ancora parlare di femminicidio, fenomeno in allarmante crescita.

A tutto ciò Fruci affianca il racconto della presenza femminile in televisione, di come le donne da semplici annunciatrici siano diventate dapprima soubrette e vallette, per poi ricoprire ruoli di conduttrici televisive di programmi di intrattenimento o satirici importanti, come La tv delle ragazze [dove tra le autrici figurava Serena Dandini], di giornaliste in programmi d’inchiesta o di approfondimento giornalistico come Franca Leosini o Monica Maggioni, o in programmi di servizio come Chi l’ha visto? [pensiamo a Donatella Raffai o a Federica Sciarelli] o ruoli di attrici comiche, come le insuperabili Anna Marchesini e Franca Valeri, o di registe di documentari e programmi d’inchiesta, pensiamo tra tutte a Liliana Cavani, che ad esempio nel 1965 diresse il documentario La donna della Resistenza, trasmesso dalla Rai il 9 maggio 1965, in cui le donne protagoniste della Resistenza si raccontavano e denunciavano i maltrattamenti subìti, riflettevano sul bisogno di partecipare alla lotta di liberazione dell’Italia al fianco degli uomini.

L’occhio indagatore di Fruci esamina la tv fino ai giorni nostri, cogliendone pregi e difetti, mutamenti, osservando, insieme con il lettore, come l’occhio televisivo sia nel tempo sempre più attento a dare spazio al reale, nel bene e nel male.

Gilda Signoretti

DONNE IN ONDA – IL RACCONTO DELL’IMMAGINARIO FEMMINILE NEI PRIMI 70 ANNI DI RAI

Autore: Lorenza Fruci

Editore: Rai Libri

Illustrazioni/Foto: Si

Costo: 19,50 €

InGenere Cinema

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