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NIGHTMARE BEFORE CHRISTMAS: I film italiani in sala a Natale 2024

Natale, il periodo più magico dell’anno. La festa più amata dai bambini, il momento in cui tutti [o quasi] siamo più buoni e felici. Ma per noi di InGenereCinema.com, il Natale, è soprattutto: Nightmare Before Christmas, il nostro consueto focus sui film italiani usciti in sala per il Santo Natale. Anche quest’anno abbiamo visto ciò che la nostra cinematografia offre per passare le Feste al buio della sala, rigorosamente prima di Natale. E questo 2024 ci offre un incubo degno del periodo di crisi che il nostro cinema sta attraversando: pochi titoli e decisamente meno eterogenei rispetto all’annata precedente. Dunque, abbiamo assistito al tentativo maldestro della “stana coppia” Siani/Pieraccioni, quello opulento di Ferzan Ozpetek e a quello immancabile [per il Natale nostrano] di Christian De Sica. Dunque, inutile indugiare oltre, che inizi il solito, imperdibile, nostrano e discutibile Incubo prima del Natale.

Sigla!

IO E TE DOBBIAMO PARLARE di Alessandro Siani

Il cinema comico nel Bel Paese è davvero in grande difficoltà. È evidente che ha perso la sua funzione di blockbuster e di conseguenza la sua centralità nell’attività professionale di quei comici che un tempo erano un punto di riferimento per i produttori e per il pubblico. A tale difficoltà poi, bisogna aggiungere l’incapacità di approcciare un linguaggio comico differente, azzarderemmo moderno, teso a reinventare questi attori con ruoli meno scontati, consentendogli così una nuova vita artistica e, perché no, un nuovo pubblico. Ma a quanto pare questo non si può e non si vuole fare.

Ecco, in questo contesto, Io e te dobbiamo parlare rappresenta un vero e proprio esempio di quanto sia difficile per i nostri “campioni della risata” pensare una comicità diversa. Siani e Pieraccioni insieme avrebbero potuto e dovuto osare, fare qualcosa di sentito e personale, non sperimentale come quando Troisi e Benigni ci hanno provato, ma almeno nuovo e coraggioso, quello sì. Invece si sono limitati a pasticciare un sottoGenere come il buddy movie [strada più che battuta dal nostro cinema comico, pensate a Verdone e Montesano o Pozzetto e Montesano] facendo una fatica immensa a trovare un soggetto che potesse coniugare comicità e avventura. Nessuna tensione, nessun fascino investigativo e nessuna risata. Solo il repertorio visto e rivisto dei due attori che, diciamolo pure, non stanno ringiovanendo. Ancora una volta un’occasione persa che ci fa ripensare a un vecchio adagio: se non si ha nulla da dire, è molto meglio tacere.

DIAMANTI di Ferzan Ozpetek

Quindicesima fatica per Ferzan Ozpetek che arriva all’età di sessantacinque anni a fare la sua opera più mastodontica, nella quale si può rintracciare il suo cinema di oggi e di ieri cucito insieme [il verbo è decisamente azzeccato] dalla nostalgia che il regista utilizza come lente per osservare tutte le cose.

Una coralità strabordante, ben diciotto protagoniste che si dividono e contendono la scena di quello che potremmo definire come il film più rappresentativo di ciò che questo cineaste è diventato. Una dichiarazione d’amore verso le donne che lavorano, sognano, soffrono, amano, vincono e perdono, tenute insieme da quel sogno chiamato cinema.

Un’apologia di ciò che è stato proposto con il consueto vestito del melodrammone tanto caro al regista de Le fate ignoranti che questa volta non fa torto a nessuno e prende tutte le attrici [e non] che ama di più e le fa duellare alla sua maniera.

Un Ozpetek extra large che fa della sovrabbondanza il centro del suo film che a volte convince, a volte meno. Il troppo stroppia, certamente, ma fa piacere vedere un regista che si può permettere una visione così carica ed eccessiva omaggiare, a suo modo, il cinema con l’esagerazione tipica del cinema. Di questi tempi, poi…

CORTINA EXPRESS di Eros Puglielli

Make Cinepattone great again.

Questo sembra essere il motto che ha mosso gli autori di Cortina Express e, in effetti, la gioia che Eros Puglielli ci mette per rispolverare il mito del film di Natale è evidente e convincente. Così come l’attitudine di mescolare i Generi o la sfrontatezza di profumare con un eau de toilette alla Bond Movie l’avventura sgangherata e farsesca di Lillo, Christian De Sica e Isabella Ferrari.

Tuttavia, l’operazione sembra essere riuscita a metà: se aver affidato la regia a un regista vero che racconta lo spazio e muove la macchina da presa come pochi altri in Italia, rappresenta un grande punto a favore; molto meno, ahinoi, è la narrazione del maschile e di tutti i personaggi maschili. Essa, infatti, è ancora ferma al solito campionario mostruoso: il ricco bamboccione [giovane], il figlio di buona donna [vecchio] e il mitomane dal cuore d’oro [padre]. Una galleria così limitata e macchiettistica che finisce per spegnere gli entusiasmi alimentati dalla regia elegante di Puglielli.

Certamente, l’opera di revisione e di riscoperta [critica e cinefila] che Cortina Express ha messo in movimento non andrebbe spenta. In fondo, il cinepattone è un Genere tutto italiano che ha portato diverse generazioni ad affollare le sale cinematografiche e sarebbe un errore non provare a rigenerarlo. Sia chiaro però: la direzione dovrebbe essere quella di lavorare al fine di sperimentare, cambiare e innovare qualcosa che nel tempo si è rapidamente involgarito e inaridito. Non facciamo scherzi.

InGenere Cinema

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