In un mondo come il nostro, dove l’intelligenza artificiale è sempre più dilagante in qualsiasi ambito lavorativo ed artistico, è facile immaginare un futuro in cui un robot non solo possa sostituire un partner reale, ma possa essere anche prodotto in serie ed essere venduto come se fosse poco più di un accessorio. Perciò cosa succede quando un robot, destinato a ricoprire il ruolo di semplice amante a noleggio, viene liberato dai vincoli della sua programmazione?
Questa è tutt’altro che una domanda mai posta prima, specie nel mondo del cinema e specie negli ultimi anni, ma Companion, il film scritto e diretto da Drew Hancock, alla sua prima esperienza come regista, riesce a dire qualcosa di suo grazie al mix sapiente di horror, dark comedy e critica sociale. Non tutto si incastra alla perfezione, ma quello che esce fuori è un film contenuto, sorprendente e ricco di colpi di scena e spunti interessanti.
Va detto subito, Companion è uno di quei film che riesce a dare il meglio di sé quanto meno si sa al riguardo. La storia scritta dallo stesso Hancock si fonda su premesse all’apparenza da manuale: Josh ed Iris hanno una relazione invidiabile; conosciutisi per caso in un supermercato, il loro incontro pare talmente idilliaco e zuccheroso da sembrare artefatto. Dopo aver trascorso un po’ di tempo insieme, la coppia di protagonisti viene invitata a trascorrere un tranquillo weekend sul lago assieme ad altre due coppie di amici. Ciò che però inizia come una gita innocua, prende presto una piega più macabra una volta che Iris inizia ad agire in modi inaspettati [perlomeno per lo spettatore]. Dopo quello che appare come un tragico incidente, Iris assume sempre più coscienza di sé e della sua condizione, diventando sia vittima che carnefice e scontrandosi con il suo fidanzato, che fino a quel momento aveva celato molto di più di quello che lei poteva sospettare.
È molto difficile parlare di Companion senza rivelare che Iris è, effettivamente, un androide, ma il ruolo che ricopre all’interno della trama non è così delineato da subito. Il confine tra chi sia effettivamente nel torto o no è inizialmente molto sfumato per poi diventare sempre più palese, mettendo in luce non solo il dilemma etico di come ci si pone rispetto ad un essere la cui coscienza può essere riprogrammata in qualunque momento, ma anche di cosa questo provochi nel diretto interessato.
Companion è un film che parla, anche implicitamente, della natura delle relazioni, anche tossiche, con un rivestimento da thriller sci-fi. La critica principale non è rivolta tanto alla tecnologia in sé, quanto all’uso sconsiderato che se ne può fare, riflettendo anche sulla natura del possesso all’interno delle relazioni umane e della necessità di controllo sull’altro. Companion è però, soprattutto, un film che non si prende mai troppo sul serio. I temi sempreverdi legati alla vera natura delle persone e su come questa emerga in relazione al rapporto con la tecnologia e la sua capacità di soddisfare qualsiasi bisogno, è più uno spunto per imbastire una sequela di colpi di scena e ribaltamenti continui della situazione, sicuramente divertenti ma non particolarmente elaborati. Lungi è la profondità contemplativa di Ex Machina di Alex Garland, ma è anche vero che Companion non cede mai neanche ad esagerazioni spicciole, forse anche a causa di un budget modesto.
Quello di Hancock è un film che gioca molto bene tutte le sue carte. Tutto ciò che accade all’interno della storia rientra tra le possibilità di ciò che possono fare i personaggi coinvolti, con uno sfruttamento molto intelligente e spesso molto divertente delle regole interne che governano la tecnologia di questo mondo. Ad esempio, Iris riesce a diventare super intelligente [cosa già mostrata nel trailer], ma il film rifiuta gli eccessi di Limitless o di Lucy di Luc Besson. Le uniche incertezze riguardano alcune piccole ingenuità di scrittura nell’ultimissima parte della storia ed al fatto che, per quanto il viaggio sia divertente, una volta che si capisce dove si andrà a parare, Companion non ha molto altro da dare, anche a causa di una struttura comica divertente ed al passo con i tempi, ma non molto incisiva.
Una visione è più che consigliata: Companion è un film brillante e ricco di idee, non necessariamente fresche ma in grado di tirare fuori da un budget risicato una sceneggiatura solida, prove attoriali più che discrete ed una commistione di Generi che spazia con molta scioltezza dalla storia sentimentale, alla dark comedy, al thriller, alla storia cauzionale sulle nostre possibili dipendenze dall’intelligenza artificiale. Un tipo di cinema attuale che, seppur non particolarmente originale, intrattiene e funziona; una produzione semplice, ma sviluppata con attenzione e con un ritmo sempre incalzante.
Giovanni Ardizzone
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COMPANION
Regia: Drew Hancock
Uscita in sala in Italia: giovedì 30 gennaio 2025
Con: Sophie Tatcher, Jack Quaid, Lukas Gage, Megan Suri, Harvey Guillén, Rupert Friend
Sceneggiatura: Drew Hancock
Produzione: New Line Cinema, BoulderLight Pictures, Vertigo Entertainment, Subconscious, Domani Entertainement
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Anno: 2025
Durata: 97’