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DIVA FUTURA di Giulia Steigerwalt

Il secondo film è sempre il più difficile nella carriera di un cineasta. Lo sa ogni regista che ha esordito al lungometraggio, qualunque sia stato l’esito della propria opera prima. Se poi, questa prima opera è di successo il passo successivo è davvero il più complicato da compiere. A confermare questa legge non scritta dell’arte settima è Diva Futura di Giulia Steigerwalt [passato misteriosamente in concorso all’ultima Mostra d’arte cinematografica di Venezia] che, a due anni dal suo convincente Settembre, torna nelle nostre sale con una pellicola ambiziosa, ma decisamente non riuscita. Un film sul re del porno italiano, Riccardo Schicchi e sulla sua corte dei miracoli che non trova mai la propria unicità di racconto, ma che resta costantemente in superficie limitandosi a proporre un susseguirsi di avvenimenti più o meno noti a tutti.

Siamo nel 1983, Debora è una giovane studentessa che cerca un lavoro per mantenersi e quando Riccardo Schicchi le offre un posto da segretaria nella sua nuova agenzia, lei accetta senza sapere che avrebbe fatto la Storia. Schicchi, insieme a Ilona Staller, in arte Cicciolina, curano gli interessi delle più famose pornostar al mondo, tra cui Moana Pozzi e Eva Henger.

Il porno diventa accessibile a tutti, grazie ai programmi televisivi e alle videocassette. Un fenomeno che non rimane chiuso tra le mura domestiche ma è presente ovunque, arriva anche in Parlamento con il Partito dell’Amore di Cicciolina.

Debora Attanasio è testimone diretta di un’era che tra gli anni ‘80 e ’90 ha cambiato il costume facendole vivere il periodo più divertente della sua vita.

Questa è la sinossi ufficiale di Diva Futura, dalla quale è interessante scorgere come coloro che pubblicizzano il film mettano al centro del racconto Debora Attanasio, la segretaria di Schicchi che entra in questo mondo scandaloso senza curarsi troppo dei contenuti che l’agenzia propone e vende, ma con l’approccio pragmatico di chi la mattina si alza e va a lavorare. Tale approccio sarà causa di una rapida e profonda crisi. In fondo è comprensibile: Debora proviene da una famiglia piccolo borghese e non appena le attività di Schicchi iniziano a fare rumore, il suo imbarazzo cresce, mettendola di fronte a un difficile bivio: dignità o emancipazione economica? Ecco, voi direte, cari amici di InGenereCinema.com, fanno bene a presentarlo così, è questo che il film racconterà. E’ questo il motore che muove la narrazione, lo sguardo unico che può mostrarci l’aspetto inedito dietro il lavoro più esibito che si può immaginare, quello del pornografo, ovviamente. Invece no. Il film è altro. Ma del resto, come scrivevamo sopra, il secondo film è sempre il più difficile. Così Giulia Steigerwalt abbandona presto l’idea di seguire Debora, intuizione più immediata forse, la più semplice, perché no, lasciandosi affascinare da una coralità ampia che spegne lo sguardo di Debora, concentrandosi sui dolori e le gioie di alcune tra le pornostar più famose d’Italia e del mondo. Da Moana a Cicciolina fino a Eva Henger ricordando, ancora una volta, ciò che queste donne hanno affrontato e sopportato senza aggiungere granché di nuovo. Tutto questo con una voce fuori campo invadente, una ricostruzione di fatti scabrosi ridotti a una sequenza di eventi innocui e con dei dialoghi interminabili tesi a dichiarare un dramma che invece avremmo dovuto vivere sullo schermo.

Diva Futura ha decisamente poco della Steigerwalt che tanto avevamo apprezzato in Settembre ma appare più vicino al cinema di Rovere o Sibilia [i produttori di questo film] entrambi più interessanti al successo e alla caduta di uno o un gruppo di outsider, piuttosto che alla complessità del dramma che questi antieroi hanno consumato. Davvero un peccato poiché la contraddizione che l’agenzia Diva Futura ha rappresentato in Italia resta argomento molto cinematografico: la parabola tragica di un gruppo di personaggi che, se per certi versi si sono battuti per la libertà, paradossalmente hanno poi contribuito con il loro lavoro a normalizzare qualcosa che va contro la libertà della donna stessa, ovvero la mercificazione del corpo femminile. Forse, lo sguardo di Debora ci avrebbe mostrato più chiaramente questa contraddizione, ma questo non lo sapremo mai.

Paolo Gaudio

DIVA FUTURA

Regia: Giulia Steigerwalt

Uscita sala in Italia: giovedì 6 febbraio 2025

Con: Denise Capezza, Lidija Kordic, Barbara Ronchi, Pietro Castellitto, Tesa Litvan, Davide Iachini, Beatrice Puccilli, Marco Iermanò, Paolo Ricci

Sceneggiatura: Giulia Steigerwalt

Produzione: Groenlandia, PiperFilm con Rai Cinema

Distribuzione: Piper Film

Anno: 2025

Durata: 120′

InGenere Cinema

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