Le altre dimensioni, le realtà parallele e le pieghe alternative del reale erano già di casa fra le pagine delle avventure di Dylan Dog già decenni prima che “multiverso” diventasse una parola d’uso comune. L’indagatore dell’incubo di Tiziano Sclavi fino a poco tempo fa non aveva mai sentito il bisogno di una stretta continuity tra albo e albo, anzi, di tanto in tanto è capitato che una storia contraddicesse un’altra per limare un’imperfezione, spalancare una finestra verso nuove prospettive o semplicemente perché l’indagatore dell’incubo è sempre stato un personaggio vivo, pulsate e quindi soggetto a piccole o grandi mutazioni, soprattutto durante il suo primo periodo di strutturazione.
Sclavi stesso più di una volta suggerì la possibilità – assurda e geniale – che ogni storia di Dylan Dog appartenesse a un piano dell’universo differente e fosse vissuta da un Dylan del tutto nuovo e alternativo. Un pensiero che, scardinando la morsa della continuità seriale, apriva in verità la porta a infinite possibilità di coniugazioni, di idee e di vite e che trovò l’apice della sua esplicazione nell’albo “Storia di Nessuno” [numero 43 del 1990]. Poi eoni più avanti nella saga “666” a firma Recchioni.
Di viaggi in realtà alternative, nell’arco di questi quasi quarant’anni, infatti, l’inquilino di Craven Road 7 e i suoi lettori ne hanno vissuti tanti, e non sarebbe potuto essere altrimenti, vista la materia delle sue indagini. Nel volume antologico Altri mondi, Sergio Bonelli Editore raccoglie sei di questi viaggi. Sei storie, tra lunghe e brevi, che coprono un periodo di tempo che va dal 1991 al 2009, passando dalla serie regolare all’estinta collana degli albi Giganti.
Pur non essendo al centro di tutte quelle raccolte nel volume, di sicuro l’oscuro Hamlin e il suo emporio antiquario Safarà sono Virgilio e una delle porte principali attraverso cui Dylan ha compiuto, negli anni, i viaggi interdimensionali più bizzarri e stralunati e non di meno incubi terrificanti.
Negoziante losco, furbo e un po’ taccagno, a metà strada tra Nosferatu e un alieno di tipo grigio, Hamlin possiede il dono di attraversare i piani di realtà a suo piacimento, portandosi dietro l’interno negozio di cianfrusaglie che, anzi, potrebbe essere proprio il mezzo che gli permette di viaggiare fra spazio e tempo.
Noi dylaniati lo conosciamo nel 1991, nell’albo “Gente che scompare” [il 59 della serie regolare, scritto da Sclavi e disegnato da Coppola]. È qui che per la prima volta varchiamo la porta-vetrina di Safarà, per conoscere il suo mefistofelico e subdolamente ironico proprietario, mentre Dylan cerca di capire cosa possano avere a che fare quello strano individuo, quel bizzarro bazar e i ninnoli di cui è colmo, col caso della sua cliente che, sull’orlo della folla, continua a veder scomparire dalla sua quotidianità persone più o meno conosciute. Scomparse di cui poi sembra essere l’unica ad accorgersi.
Hamlin e il suo Safarà tornano anche nelle due storie successive. “L’ultimo uomo sulla Terra” [di Sclavi e Roi], storia tornata tristemente alla ribalta durante il periodo della pandemia da coronavirus covid-19, visto che racconta della quasi definitiva estinzione dell’umanità a causa di una sorta di super-influenza; ma anche parte di un episodico esperimento all’interno della collana regolare, visto che è parte dell’unico albo dylaniato a racchiudere due storie [la seconda è “Incubus”, disegnata da Piccatto]. Oltre a segnare uno dei ritorni di Anna Never in collana, “L’ultimo uomo sulla Terra” vede anche un utilizzo assai particolare delle battute di Groucho che, sull’orlo dell’esplosione della pandemia, decide di registrare il suo repertorio su VHS, perché i posteri [se ne fossero esistiti] avrebbero potuto goderne ancora.
“Zed” [di Sclavi e Brindisi], albo 84 del settembre 1993, racconta di una porta d’accesso su una realtà alternativa apparentemente pacifica e dolce, verso cui il malinconico Scout può condurre chi cerca di allontanarsi per sempre da difficoltà e dolori della vita quotidiana. Ovviamente dietro cospicuo compenso di danaro e senza alcuna assicurazione di un arrivo sano e salvo a destinazione. In qualche modo anche in questa storia troveremo lo zampino artigliato di Hamlin e l’iconica cover della storia, firmata da Angelo Stano, è quella scelta per l’antologico Altri mondi.
A chiudere il volume sono due storie meno di culto e una breve tratta dal Gigante numero 6.
Il viaggio nelle realtà alternative continua con “L’inquilino misterioso” [di Masiero e Freghieri], che racconta una particolare variazione drammaturgica sospesa tra una storia da vicini da incubo e una più classica di abitazioni stregate, pubblicata nel 2005 nell’albo 230 della serie regolare.
Di Barbato e Soldi, invece, è “Il giardino delle illusioni”, tratta dall’albo 279 del 2009. In queste due avventure non troviamo riferimenti ad Hamlin o Safarà, così come nell’ultima [la più breve]: “Il mistero dell’Isola d’Yd” [di Sclavi e Riboldi , del 1997], originariamente parte del Gigante 6 e che mescola fumetti e videogiochi.
A completare il menu di Altri mondi, il redazionale “L’arte della sparizione” di Franco Busatta.
Luca Ruocco
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DYLAN DOG – ALTRI MONDI
Autore: Tiziano Sclavi, Michele Masiero, Paola Barbato, Gianluigi Coppola, Corrado Roi, Bruno Brindisi, Giovanni Freghieri, Marco Soldi, Enea Riboldi
Editore: Sergio Bonelli Editore [www.sergiobonelli.it]
Pagine: 480
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 19,00 euro