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UN FILM MINECRAFT di Jared Hess

Se ci si ferma per più di una frazione di secondo ad interrogarsi sulla vera natura di Un film Minecraft viene spontaneo chiedersi “Perché?” o “Come?”; insomma, a farsi delle domande. Non perché il film sia inguaribilmente brutto [anche se è obbligatorio anticipare che il voto in calce alla recensione non sia positivo], ma perché è difficile immaginare quale possa essere stato il processo creativo che ha portato alla realizzazione di questo film nella sua forma attuale, se si esclude la desolante risposta legata alle esigenze di mercato.

Minecraft è, senza giri di parole, uno dei videogiochi più popolari di sempre, specie tra i giovani; un gioco che da quando è uscito nel 2009 non ha mai perso la presa sul pubblico. Per sua stessa natura, Minecraft può essere tutto: un’immensa scatola dei giochi sandbox; un set Lego virtuale dalle proprietà infinite; un gioco survival; un’esperienza solitaria o cooperativa. E questo solo scalfendo la superfice. Il potenziale di sfruttamento della licenza è incalcolabile e, dopo qualche tentativo più contenuto di dare una narrativa strutturata come in Minecraft – Story Mode di Telltale Games, era scontato come il sole che sorge che sarebbe prima o poi arrivato un adattamento per il grande schermo. Laddove però il gioco è la rappresentazione più lampante della creatività potenziale dell’utenza, il film è un blockbuster prevedibile e pigro.

In realtà, l’esito è sorprendente. Era del tutto plausibile aspettarsi una resa più accorata e brillante, specie se tra le produzioni della stessa Warner Bros. si annoverano prodotti come The Lego Movie di Phil Lord e Chris Miller o Barbie di Greta Gerwig. Il primo ha dimostrato quanto anche il più becero dei product placement possa essere divertente ed accorato se supportato da una scrittura di livello, mentre il secondo è un connubio più unico che raro tra produzione dichiaratamente commerciale e satira di livello in grado di vincere sulla critica. Un film Minecraft, tristemente, non appartiene a nessuno di questi due mondi e gli manca una visione autoriale di tale livello, ma questo non significa che non ci siano dei pochi, sparuti, sprazzi di divertimento.

La storia è talmente traballante da essere stata oggetto di meme internettiani di vario genere [e lo è ancora]. Steve, l’avatar di default del giocatore, nel film ha le sembianze di un Jack Black iperattivo [quindi Jack Black al naturale], che sin da piccolo non desiderava altro che lavorare in miniera. Ormai cresciuto e schiacciato dal peso dell’età adulta, Steve ridà sfogo al suo desiderio di bambino, avventurandosi nelle miniere e stavolta scoprendo che tramite una curiosa sfera [cubica] è possibile accedere all’Overworld, un vero e proprio mondo alternativo in cui è possibile creare qualsiasi cosa uno riesca ad immaginare. Questo mondo è tuttavia minacciato da Malgosha, una strega piglin a capo di una dimensione alternativa all’Overworld chiamata Nether, determinata a soggiogare l’Overworld ed il mondo reale a colpi di pessimo doppiaggio. Per evitare che Malgosha distrugga ogni forma di arte del nostro mondo [in un’ironica parabola meta-testuale, se si considerano le controversie legate a Mara Maionchi e Lazza come talent coinvolti nell’edizione italiana], Steve cerca di far in modo che l’accesso all’Overworld rimanga segreto, affidando la chiave in custodia al suo lupo da compagnia Dennis, affinché la nasconda nel mondo reale in modo che nessuno la trovi. La missione fallisce quando la trama decide di averne avuto abbastanza di sotterfugi nel mondo reale e trasporta nel mondo cubico i due fratelli orfani Henry e Natalie, un’agente immobiliare amante degli animali di nome Dawn e Garret “Garbage Man” Garrison, un Jason Momoa sopra le righe nei panni di un ex campione arcade degli anni ’80, il cui continuo punzecchiamento con Steve [con un’involontaria energia omoerotica latente] è una delle caratterizzazioni più di spicco tra tutti i personaggi. Starà al gruppo capitanato da Steve trovare un modo per fermare Malgosha ed i suoi piani di conquista.

L’intreccio non è memorabile, né lo sono i set-piece colorati ed energici che dovrebbero dare vitalità alla storia. Tuttavia, Un film Minecraft presenta degli occasionali spunti di scrittura divertenti, e a dirla tutta non parte neanche malamente. Certo, gli eventi sono presentati con una conseguenza causa-effetto che si regge a malapena in piedi ed il sostrato emotivo che il film prova a dare è assolutamente ridicolo, ma tutto si muove con una velocità ed un ritmo altissimo. Alcune scelte di casting azzeccate, legate principalmente ai comprimari, e la copiosa dose di humor nonsense risultano in un primo atto talmente campato per aria, esagerato ed improbabile da risultare a volte addirittura esilarante.

Il film vive in un mondo con una logica tutta sua; un Napoleon Dynamite per la generazione del brainrot, che ad un certo punto della trama passa alla struttura di un’avventura totalmente derivativa, derivata tra l’altro da formule vecchie e fiacche. Il ritmo rimane ipercinetico, ma le connotazioni da fantasy epico, con personaggi che presentano auto-dichiarate “Frodo vibes”, trova una curiosa dicotomia tra la frenesia dell’incedere e la noia che ben presto ne scaturisce.

I numerosi sceneggiatori di Un film Minecraft hanno comunque fatto i loro compiti, almeno per quanto riguarda i modesti callback al videogioco. C’è tutto il bestiario originale a dar filo da torcere ai protagonisti, dagli scheletri arcieri a cavallo dei ragni giganti, fino ad arrivare ad uno scontro con un inquietante Enderman, senza contare alla rapidità [poi totalmente ignorata] del brevissimo ciclo giorno notte dalla durata di 20 minuti.

Il fan service è basilare, sporcato da un’art direction priva di identità ed in conflitto con sé stessa; né troppo cartoon, né troppo realistica. Viene spontaneo pensare che il film ne avrebbe giovato se, ad esempio, fosse stato interamente animato e magari avesse goduto di una rappresentazione quantomeno uniforme, come accaduto ad esempio nel pulitissimo, seppur arido, film di Super Mario Bros uscito nel 2023. È immediatamente palese quanto sia totalmente assente qualsiasi tipo di coesione artistica, sia che si parli del mondo videoludico, che di quello reale, che, ancora peggio, quando questi due devono interagire tra loro, ovvero per la maggior parte del minutaggio. La natura raffazzonata del progetto è ancora più evidente se si paragona il film ad altri adattamenti affini che usano lo stesso approccio ibrido tra creature in CGI ed attori live action, come accaduto ad esempio nella trilogia cinematografica dedicata a Sonic.

Eppure, la scrittura offre anche in questo caso degli spunti sufficientemente interessanti che però non trovano il minimo seguito. Una sottotrama simpatica dove un Villager dell’Overworld si ritrova ad interagire con il mondo reale rimane abbozzata in favore della banale trama fantasy portante e viene risolta in un nulla di fatto, totalmente fine a se stessa se non per una gradevole scenetta mid-credit.

Un Film Minecraft non è un disastro, ma non è neanche definibile un bel film. Quello in sala è un grosso spreco di potenziale, che se non altro è consapevole di essere un film arrivato dieci anni fuori tempo massimo e di essere stato vittima di un numero folle di riscritture che hanno reso la sua uscita effettiva quasi un miracolo. Potrà soddisfare i più giovani ed i meno esigenti, ed è probabile che il Box Office premierà ugualmente il prodotto. Le battute divertenti ci sono, alcune scelte di casting sono azzeccate, l’energia è mantenuta alta per tutta la durata. Tuttavia, a meno che il tuo nome non sia Super Mario, fare un adattamento con questa superficialità e campare di rendita soltanto con la riconoscibilità del brand e degli attori coinvolti non è più sufficiente, e Un Film Minecraft ne risente ulteriormente nel momento in cui dovrebbe essere una la cui morale [ipocrita] spinge verso l’espressione più pura della creatività.

Giovanni Ardizzone

UN FILM MINECRAFT

Regia: Jared Hess

Con: Jack Black, Jason Momoa, Danielle Brooks, Emma Myers, Sebastian Hansen

Uscita in sala in Italia: giovedì 3 aprile 2024

Sceneggiatura: Chris Bowman, Hubbel Palmer, Neil Widener, Gavin James, Chris Galletta

Produzione: Warner Bros. Pictures, Legendary Pictures, Mojang Studios, Vertigo Entertainment, On The Roam, Domain Entertainment

Distribuzione: Warner Bros. Italia

Durata: 100’

Anno: 2025

InGenere Cinema

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