“L’amavo con tutto il cuore, ma non le davo la giusta importanza”.
Tra i rimpianti di Don Francesco [Albino Marino] vi è quello di non aver saputo amare una fidanzata con la quale aveva avuto una relazione in passato. Ma non ha scelto di fare il prete come ripiego per quell’amore concluso, bensì per una vera vocazione, motivato poi dalla profondità dei salmi di Sant’Agostino.
I mezzi di comunicazione hanno generato il panico, comunicando al mondo che il nucleo del Sole si sta spegnendo e che l’umanità deve prepararsi alla morte. Gli abitanti di Avila, un piccolo paese piemontese, seppur impegnati a festeggiare la festa di Sant’Eurosia, sono turbati dalla notizia, e si riuniscono nel bar dove lavora Luisa [Francesca Risoli], al centro del paese, per essere aggiornati sulle ultime notizie e discutere insieme, confortandosi l’un l’altro.
Gianni [Lorenzo Pedrotti], tra una birra e l’altra, poggiato alla porta d’ingresso del bar, riflette sulla dipendenza delle persone ai mass media e sente, come tutti, il peso della fine che si prospetta imminente.
Ma Gianni è diverso dagli altri. Forse, proprio a causa del legame che ha instaurato con Don Francesco, un uomo molto saggio e intelligente che lo ha accolto nella sua parrocchia, il ragazzo pare avere una visione molto più concreta del mondo rispetto a tutti gli altri abitanti, e soprattutto riesce a vivere questa ansia verso il “gran finale” del pianeta Terra con una sicurezza e un controllo interiore che sembra escluderlo dal peso dei problemi futili che sono il motivo della frustrazione di tante persone.
A scuola, poi, i bambini assorbono le ansie degli adulti, e Anna [Sara Francesca Spelta], un’insegnante elementare, sente il peso del suo ruolo, e vorrebbe trovare il modo di trasformare questa paura collettiva in qualcosa di positivo, soprattutto tra i più piccoli. Anna convive con Marse [Simone Riccioni], e il loro è un rapporto solido, nonostante la malelingue vedano di cattivo occhio questa convivenza. Luisa è la più insicura, ed anche la più introversa, è innamorata di Gianni, ma, pur cercandolo, non riesce tuttavia a comunicargli i suoi sentimenti, forse anche a causa della freddezza del ragazzo.
L’opera prima del regista piemontese Emanuele Caruso è indubbiamente coraggiosa.
E fu sera e fu mattina [www.efuseraefumattina.it], reso possibile, principalmente, grazie alla raccolta fondi, è un film importante, originale ed emotivamente coinvolgente. Lo spettatore viene per prima cosa attratto dalla bellezza delle colline che circondano la provincia di Cuneo, dove il film è stato girato, avvolte da un sole caldo che sembra da un lato presagire il peggio e dall’altro invece trasmettere una positività prima di tutto intima, e poi collettiva.
La prima arma vincente del film è indubbiamente la sceneggiatura, che il regista Caruso scrive con Marco Domenicale e Cristina Cocco, su un soggetto firmato dallo stesso regista con Giuseppe Masengo. È chiaro l’impegno a livello drammaturgico, perché nulla è qui scontato, neanche le rare ma efficaci incursioni ironiche, come la descrizione dell’ansia,che appartiene a tutti gli abitanti del paese, da parte di un fedele che ha fretta di confessarsi nuovamente a Don Francesco, il quale, impegnato in altre faccende, gli risponde: “Io ti assolvo nel nome dello Spirito Santo. Baci e abbracci”.
E fu sera e fu mattina, titolo che richiama il primo racconto della Genesi sulla creazione, si veste di una forte poetica, sostenuta dalla grazia e dalla sensibilità con la quale il film è stato creato, e che contribuiscono a dargli spessore.
In fondo, E fu sera e fu mattina è un film sull’attesa e sui modi con i quali può essere vissuta quest’attesa in vista della fine del mondo. Il conto alla rovescia è iniziato: mancano 49 giorni all’apocalisse, e, nonostante la fede, neanche Don Francesco riesce a dare un significato al volere divino e a colmare la sua angoscia e quella della sua gente. Eppure, proprio perché trae forza dalla sua fede, è l’unico che riesce, tuttavia, a vivere la fase di trapasso con consapevolezza e distensione interiore. I protagonisti del film hanno tutti un’ombra alle spalle che sembra avere radici lontane, soprattutto nel caso di Gianni, probabilmente vittima di un passato che lo ha indurito ma non lo ha privato della sua integrità morale.
La prestazione del cast artistico è rilevante, e notevole è l’apporto di Lorenzo Pedrotti [Versipellis di Donatello Della Pepa, 2011, Krokodyle di Stefano Bessoni, 2010] e Albino Marino. Un plauso va alla fotografia, davvero molto curata, di Cristian De Giglio e alla scenografia di Jacopo Valsania.
Non ci resta che aspettare che E fu sera e fu mattina arrivi presto a Roma e in altre zone d’Italia. Nel frattempo il film sta ricevendo larghi consensi al Multisala Reposi di Torino, in programmazione dal giovedì 13 a mercoledì 19 marzo.
Sant’Agostino: “Ama e fa’ ciò che vuoi; sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che perdoni, perdona per amore; sia in te la radice dell’amore, poiché da questa radice non può procedere se non il bene“.
Gilda Signoretti
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E FU SERA E FU MATTINA
Regia: Emanuele Caruso
Con: Albino Marino, Lorenzo Pedrotti, Sara Francesca Spelta, Simone Riccioni, Francesca Risoli
Sceneggiatura: Emanuele Caruso, Marco Domenicale, Cristina Cocco
Produzione: Obiettivo Cinema in collaborazione con Moca Film, Il Nucleo, Sharon Cinema
Distribuzione: /
Durata: 109′
Trailer: