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LA BOTTEGA DEI SUICIDI di Patrice Leconte

bottegadeisuicidi1Parte col botto La bottega dei suicidi, primo film d’animazione di Patrice Leconte, tratto da un racconto di Jeun Teulé.

Una partenza eclatante già a livello estetico e narrativo: dopo un tentativo di suicidio “auto-prodotto”, che nel mondo del racconto è un atto del tutto illegale, veniamo introdotti alla maison Tuvache, la bottega del titolo, in cui monsieur e madame Tuvache portano avanti la macabra e irreale azienda di famiglia. Lui, Mishima, è molto impegnato a consigliare ad un indeciso cliente il metodo a lui più congeniale per passare a miglior vita.

Concluso l’accordo per un veleno dall’effetto immediato, il cliente va via, mesto, e si dirige verso la sua camera, all’interno di una squallida pensione parigina, seguito da un gruppo di ratti neri con gli occhi rossi che, con fare da coro greco, ne commentano le mosse rimarcando l’irrinunciabilità dell’atto del suicidio.

La bottega dei suicidi ritorna, suadente, per due volte nella vita professionale di Leconte che, se inizialmente decide di rifiutare la proposta di realizzarne una versione filmica, non può che accettare, quattro anni dopo, quella fattagli dal produttore Gilles Podesta, riguardo la realizzazione di un film d’animazione.

bottegadeisuicidi3Questa la valvola d’ispirazione che ha permesso al regista di entrare all’interno della bottega dei suicidi.

Con frasi necro-commerciali tipo“La tua vita è un fallimento, fai della tua morte un successo!”, La bottega dei suicidi evolve con la nascita del terzo figlio dei coniugi Tuvache, Alan, pecora nera della famiglia: un bambino che, nonostante sia figlio dei responsabili della maggior parte dei suicidi della città, ama profondamente la vita fin dall’emissione del primo vagito. La scontentezza del padre è profonda e si palesa, dopo vari tentativi di educarlo al senso del macabro, con più radicali prese di posizione che vanno dall’aggressione con armi da taglio alla subdola offerta di interi pacchetti di sigarette.

bottegadeisuicidi2Per il tema trattato, La bottega dei suicidi ha incontrato immediatamente ostacoli all’ingresso di un paese come il nostro, cresciuto all’ombra del Papa-Re. Fino a qualche ora fa, infatti, la commissione censura pareva avergli riservato un irreale VM18.

Quel che possiamo affermare è che, di certo, La bottega dei suicidi non è esattamente un film d’animazione adatto ai bambini più piccoli; ma è ancora più vero che la distanza da colmare dall’infanzia alla maggiore età è grande e formata da vari target di possibili spettatori.

Il divieto censorio è stato, fortunatamente ritirato, rimane, però, il segno di una struttura farraginosa, una struttura burocratica per la quale a nulla paiono essere serviti decine di anni di Famiglia Addams, se qualcuno può ancora permettersi di pensare che la morte [e il suicidio], anche se trattati in maniera decisamente ironica, siano ancora da ritenersi tabù.

bottegadeisuicidi4Tra l’altro Leconte si allontana dal racconto di Teulé proprio nei punti da lui stesso creduti troppo cupi [il finale, ad esempio], e inframmezza vendite di cappi, veleni e morti coraggiosamente rappresentate con eleganti disegni vecchio stile e rigorosamente 2D, con canzoni a tema, che molto avvicinano il film a colleghi più blasonati come Nightmare before Christmas.

Pur rischiando di andare contro la morale indotta dall’Ufficio Censura, crediamo che se il film avesse scelto di puntare ancora di più su scene non propriamente da cartoon, indirizzandosi ad un pubblico più adulto, e rinunciando alle svolte immature e al finale buonista, avrebbe guadagnato molti punti, diventando una delle più riuscite sorprese all’interno del panorama internazionale dei film d’animazione.

Luca Ruocco

LA BOTTEGA DEI SUICIDI

3.5 Teschi

Regia: Patrice Leconte

Con: [con le voci di] Pino Insegno, Fiamma Izzo, Luca Baldini, Maria Laura Baccarini

Sceneggiatura: Patrice Leconte

Produzione: Gilles Podesta, Thomas Langmann, Michèle and Laurent Pétin, André Rouleau, Sébastien Delloye

Distribuzione: Videa-CDE

Anno: 2012

Durata: 79’

InGenere Cinema

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