Dopo essere stato presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, arriva nelle nostre sale Mio papà, l’ultima fatica di Giulio Base, bravo regista di fiction di grande successo, tra tutte Don Matteo, in onda su Rai Uno, che vanta ben 10 serie.
Mio papà è un film sentimentale con risvolti drammatici, che vede protagonisti due attori molto conosciuti: Giorgio Pasotti e Donatella Finocchiaro. Con loro il piccolo Niccolò Calvagna, che mostra già delle grandi doti interpretative, aspetto per nulla scontato considerando la sua tenera età.
La storia del film gira proprio intorno al personaggio che Calvagna interpreta, Matteo, figlio di Claudia [Donatella Finocchiaro], una donna sola. Con il suo ex marito i rapporti non sono buoni, e l’uomo è pressoché assente dalla vita del figlio, tanto da saltare alcuni incontri con lui. Dall’altra parte c’è Lorenzo [Giorgio Pasotti], che lavora come subacqueo su una piattaforma. È un ragazzo semplice e molto appassionato al suo lavoro, allergico alle relazioni stabili e amante delle feste. Proprio ad una festa incontrerà Claudia, con la quale trascorrerà una notte d’amore.
Quella stessa notte Lorenzo scopre che in casa con lei vive Matteo, e si impegna per uscire fuori da questa situazione per lui gravosa, così da tornare alla sua vita da uomo libero. Ma l’amore è più forte, e soprattutto Lorenzo scopre di voler bene a quel bambino, inizialmente così ostile alla sua presenza, ma così bisognoso di avere una figura paterna in casa, rassicurante e protettiva. Matteo e Lorenzo si studiano, si piacciono, e alla fine scelgono di amarsi proprio come farebbe un padre con un figlio.
Nel cast anche Ninetto Davoli, nel ruolo di Orso, principale di Lorenzo, e il bravo Fabio Troiano, nel ruolo di un collega di Lorenzo.
Sono molte le tematiche che Mio papà apre, e tutte molto attuali e discusse. A partire dal legame che unisce un uomo o una donna con il figlio di uno dei due, dopo essere entrati in un nucleo familiare già formato, o al vuoto e al turbamento che una separazione porta con sé. Soprattutto, però, nella seconda parte, che è poi la più interessante, ci si chiede quali diritti abbia un uomo o una donna nei confronti dei figli del suo compagno/a qualora la relazione terminasse, o qualora l’altro venga a mancare.
Con quale diritto, cioè, lo Stato può negare ai padri o madri acquisiti di continuare ad avere un rapporto [sempre che la volontà del minore sia questa] con i figli dell’ex compagno/a? Non basta il legame di sangue per fare di una persona un buon padre o madre, e neanche la paghetta settimanale e vizi di altro tipo, ma è l’amore e la guida che un genitore offre al figlio a fare la differenza.Un esempio di buon padre è Lorenzo, poiché, sebbene catapultato in nuova situazione improvvisa che lo vede vestire i panni di genitore, è capace di insegnare a Matteo valori importanti, e a guidarlo in situazioni molto difficili [che non vi sveliamo], insegnandogli poi ad avere più sicurezze in sé stesso, aiutandolo a superare, ad esempio, la paura di tuffarsi.
Il grosso neo di questo film è proprio la sceneggiatura, scritta da Base con lo stesso Pasotti, e con Alessandro Pondi, Paolo Logli, Mauro Graiani e Riccardo Irrera. La prima parte del film, infatti, è molto banale, e la stessa storia d’amore sembra per nulla solida, presentando il personaggio di Claudia come una donna molto confusa e superficiale, tanto da portarsi in casa un ragazzo conosciuto la sera stessa, incurante della presenza del figlio, al quale inizialmente sembra imporre la figura di Lorenzo.
La stessa, poi, ha atteggiamenti molto infantili, a differenza di Lorenzo, che sembra invece aiutarla a prendere consapevolezza della realtà che la circonda.
Mio papà somiglia molto ad una fiction televisiva, dove tutti gli eventi si verificano con velocità e approssimazione. Bisogna però sottolineare che, nonostante le lacune, Mio papà è un film che porta alla riflessione, proprio perché affronta tematiche delicate. Peccato che ci siano alcune situazioni un po’ ridicole, che vengono a crearsi soprattutto nel rapporto tra Claudia e Lorenzo.
Particolare è l’inaspettato cambio di programma, di cui non vogliamo svelarvi nulla, che si verifica nella seconda parte. È qui, infatti, che il film migliora, perché si verificano tutta una serie di dinamiche che non solo coinvolgono emotivamente lo spettatore [come non pensare al pianto disperato di Matteo tra le braccia di Lorenzo, assolutamente commovente], ma vestono il film di un’atmosfera meno frivola e scanzonata di quella iniziale, impegnando maggiormente gli stessi attori.
Ad un Pasotti convincente si affianca però una monotona Finocchiaro, davvero sottotono rispetto alle precedenti interpretazioni alle quali ci ha abituati.
Il film esce il 27 novembre, in un periodo in cui al cinema arrivano commedie che stanno riscuotono quasi sempre un grande successo, come La scuola più bella del mondo, campione d’incassi. Mio papà quindi vorrebbe costituire un’alternativa a questa programmazione prenatalizia … che la sfida abbia inizio!
Gilda Signoretti
MIO PAPÀ
Regia: Giulio Base
Con: Giorgio Pasotti, Niccolò Calvagna, Donatella Finocchiaro, Ninetto Davoli
Uscita in sala in Italia: giovedì 27 novembre 2014
Sceneggiatura: Giulio Base, Giorgio Pasotti, Alessandro Pondi, Paolo Logli, Mauro Graiani e Riccardo Irrera
Produzione: MOVIE AND con Rai Cinema
Distribuzione: Bea Production company
Anno: 2014
Durata: 92′