Nel novembre del 2013 la stampa internazionale dava la notizia di un incredibile ritrovamento: all’interno di un appartamento di proprietà di un famoso storico d’arte [il tedesco Hildebrand Gurlitt], a Monaco di Baviera, furono scoperti innumerevoli capolavori d’arte [si parla di circa 1400 dipinti] sottratti dai nazisti tra il 1933 e il 1945 agli ebrei, ai musei e alle cattedrali d’Europa. Tra le opere presenti nell’appartamento, ben nascosti dietro un finto muro, numerosi dipinti di Pablo Picasso, Paul Klee, o di Henri Matisse. Tra gli agghiaccianti progetti poi concretizzatisi nel Terzo Reich, vi era infatti quello di saccheggiare i musei, e in generale gli istituti d’arte dei paesi nemici, compresi gli istituti religiosi, con l’obiettivo di impadronirsi delle opere d’arte e impoverire così le nazioni avversarie del patrimonio artistico, storico e culturale dal quale traevano vanto.
È proprio sulla “caccia al tesoro” alle opere d’arte trafugate durante il Terzo Reich dai nazisti, in particolare sul recupero del patrimonio artistico da parte dell’MFAA [Monuments, Fine Arts and Archives Group], ovvero una sezione speciale americana affiliata all’esercito anglo-americano [sostenuta dal presidente Roosvelt e dal generale Eisenhower], che George Clooney dirige Monuments Men, la sua quarta regia, basata su una storia vera. Il film arriva in Italia giovedì 13 febbraio, in programmazione anche al Nuovo Cinema Aquila [http://www.cinemaaquila.com/film/monuments-men/].
Nei Monuments Men rientrano sette “improbabili” soldati guidati e scelti dal tenente comandante George Stout [George Clooney], esperto nel campo della conservazione delle opere d’arte, nonché storico dell’arte [fu capo del reparto conservazione al museo Fogg di Harvard e direttore del Worcester Art Museum e dell’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston]. Gli uomini scelti per far parte della sezione speciale MFAA non sono militari: tutt’altro. Stout ha scelto infatti nella sua squadra direttori di musei, curatori d’arte, architetti, storici dell’arte, persone che hanno cioè una esperienza tale nel campo artistico da poter individuare le opere confiscate, riconoscerne l’autenticità, restituirle ai veri proprietari e ricollocarle [nel caso di opere esposte al pubblico] nei complessi monumentali e negli istituti e luoghi della cultura.
Dopo un sofferto addestramento base in Inghilterra, i Monuments Men sono pronti ad entrare in azione. A loro si affiancherà Clare [Cate Blanchett], membro della resistenza francese che, dopo aver lavorato in un museo d’arte contemporanea, cataloga ora per i nazisti, seppur con risentimento, migliaia di opere d’arte, ed è una delle poche persone al corrente di dove siano conservate, e peraltro in possesso della chiave del nascondiglio. Sarà la presenza di questa donna, inizialmente diffidente, a dare un aiuto consistente agli uomini di Stout. Ai dipinti e alle opere d’arte già rubate, rischia di venir confiscato altro patrimonio artistico, come la Madonna col Bambino di Michelangelo o il polittico dell’Agnello Mistico di Jan e Hubert Van Eych…
Oltre a dirigere il film, Clooney ricopre qui anche il ruolo di protagonista, nonché di produttore e cosceneggiatore. A scrivere infatti la sceneggiatura con lui è Grant Heslov, suo collaboratore di fiducia, che ha firmato le sceneggiature di Good Night, and Good Luck, 2005, In amore niente regole, 2008, e Le idi di marzo.
Ispirato al romanzo omonimo di Robert Edsel e Bret Witter, Monuments Men, che esce oggi al cinema, è un film completo e riuscito sia nella forma che nella sostanza, tecnicamente eccellente e ben scritto. Clooney e Heslov scrivono infatti una sceneggiatura intrisa di humour, che regala dialoghi vivaci e che riesce tuttavia a raccontare, pur senza calcare la mano su un’eccessiva drammatizzazione, il clima di angoscia e di paura vissuta negli anni della seconda guerra mondiale – a partire dal 1938, anno nel quale Hitler ordinò l’espropriazione del patrimonio artistico nemico, per arrivare poi alla famosa disposizione chiamata “Ordine Nerone [Nero – Befehl]”, del marzo 1945, nella quale il dittatore tedesco ordinava di radere al suolo tutti i luoghi d’arte, e non solo, dei paesi avversari [come Francia, Belgio, Inghilterra] che stavano invadendo la Germania su più fronti e firmare così la fine del Terzo Reich.
Ad una prima parte molto divertente, che strappa risate naturali, grazie in particolare all’accoppiata Bill Murray – Bob Balaban, e nella quale la vicenda si costruisce pian piano, fa seguito una seconda parte un po’ statica, che perde il brio iniziale, forse anche per via delle frequenti dislocazioni che si alternano, che creano un po’ di disorientamento.
È senz’altro riuscita quest’ultima fatica di Clooney, che vanta in questo film un cast davvero eccezionale: ai già citati Murray e a Balaban, compongono il cast Matt Damon, Cate Blanchett, John Goodman, Jean Dujardin, Justus von Dohnanyi, nel ruolo dell’ufficiale nazista Viktor Stahl [che vedremo in una scena molto divertente al cospetto degli “ispettori” Murray e Balaban], Hugh Bonneville e Jean Dujardin.
Gilda Signoretti
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MONUMENTS MEN
Regia: George Clooney
Con: George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Bob Balaban, Cate Blanchett, John Goodman, Jean Dujardin, Justus von Dohnanyi, Dimitri Leonidas
Uscita in sala in Italia: giovedì 13 febbraio 2014
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov
Produzione: Smoke House
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2014
Durata: 118′
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MONUMENTS MEN, Clip “German Cottage”:
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