PHILOMENA – UNA STORIA VERA di Martin Sixsmith

Eravamo rimasti impressionati dalla drammaticità della storia di Philomena Lee e di suo figlio Anthony, raccontata nel film Philomena di Stephen Frears, del quale vi avevamo parlato qui, e per questo eravamo anche molto interessati alla lettura del romanzo di Martin Sixsmith: The lost child of Philomena Lee, edito in Italia da edizioni Piemme con il titolo Philomena – Una storia vera.

Il 5 luglio 1952, nell’abbazia di Sean Ross, Roscrea, Irlanda, la giovane Philomena Lee dà alla luce Anthony, concepito nove mesi prima in un luna park, durante un incontro con un suo coetaneo, John McInerney. Philomena ha rischiato di morire per le complicazioni che sono sopraggiunte durante il parto, ma le suore sono convinte che quei terribili dolori siano la giusta punizione che il Signore ha voluto darle per essersi unita carnalmente ad un uomo, e così, pur prevedendo i rischi, non le somministrano nessun medicinale. Orfana di madre, Philomena è stata ripudiata da suo padre, che ha chiesto alla madre superiora di accoglierla in convento e di accudire suo figlio. In cambio, la figlia avrebbe prestato servizio dalle suore per circa quattro anni, il periodo cioè stabilito per ogni ragazza ospite dell’abbazia, superato il quale i bambini  fino a quel momento allevati sarebbero stati destinati a famiglie affidatarie, mentre le giovani madri sarebbero state abbandonate a sé stesse.

Nei quattro anni vissuti all’interno dell’abbazia, Philomena e le ragazze saranno aggredite con devastanti sensi di colpa, derivati dai disumani colloqui avuti con le suore, che le hanno umiliate e disprezzate a tal punto da privarle di ogni forma di autostima e fiducia in sé stesse, ritenendole poi madri indegne e inaffidabili.

Nel novembre del 1954, i coniugi Doc e Marjorie Hess, genitori di tre figli maschi, raggiunsero Roscrea dall’America con l’intenzione di adottare una bambina. Una volta ricevuti dalle suore, che nei loro confronti ebbero particolari riguardi, essendo la signora Hess sorella del vescovo Loras Lane, la donna rimase colpita da una bambina di due anni, Mary, e dalla dolcezza e dall’istinto di protezione che nei suoi riguardi aveva Anthony, che la considerava la sua sorellina.

A causa del profondo legame tra i due, la coppia li adottò entrambi, e così, il 18 dicembre 1955 Anthony e Mary lasciarono per sempre l’Irlanda e diventarono cittadini americani, acquisendo un nuovo cognome e, nel caso di Anthony, un nuovo nome: Michael. Per quell’adozione illegale la coppia pagò profumatamente l’abbazia, come fecero anche altre coppie americane. Quel legame profondo tra Philomena e Anthony fu spezzato per sempre, e lo shock per quella separazione forzata aprì profonde ferite nelle loro vite. Philomena, rifattasi una vita, non potrà immaginare che suo figlio ricoprirà un ruolo importante, quello di consigliere capo del Comitato Nazionale Repubblicano nel governo americano.

Film e romanzo descrivono la storia sotto due prospettive diverse. Il film, infatti, racconta la ricerca di Anthony/Michael da parte di Philomena con l’aiuto del giornalista Martin Sixsmith , mentre il romanzo si divide in tre parti: una prima dedicata ai tre anni trascorsi da Philomena all’interno del convento di Roscrea con suo figlio; una seconda che ha inizio proprio dall’adozione di Anthony per arrivare poi a raccontare la sua vita privata e pubblica,  prima attraverso una turbata infanzia e poi attraverso l’adolescenza e la maturità; e una terza parte, dedicata proprio alla sofferta ricerca di Anthony/Michael da parte di Philomena.

Philomena – Una storia vera è un romanzo intenso, che racconta la tragicità di una storia maledettamente ingiusta, che ha turbato per sempre due vite, turbamento di cui sono responsabili le suore del convento di Roscrea e il governo irlandese, con la complicità del governo americano, e tutto in nome del dio Denaro e di interessi loschi che hanno rovinato per sempre l’integrità morale di milioni di bambini e delle loro madri, non riuscendo però a privarli mai di quella sensibilità e buonsenso che li apparteneva, come neanche di quel senso di giustizia che, purtroppo, non otterranno.

La storia di Phliomena e di suo figlio è una storia fatta di rincorse, di sensazioni, di intuizioni, di segnali e percezioni che madre e figlio, da un capo all’altro del mondo, avvertivano. Per uno strano scherzo del destino, però, i due non si incontreranno mai, eppure il secondo viaggio di Michael a Roscrea era precedente di sole tre settimane da quello della madre, ma non potevano saperlo, così come nessuno poteva mai immaginare che proprio a Roscrea il viaggio di Philomena e di Anthony/Michael si sarebbe concluso, chiarendo ogni cosa.

Si è parlato tanto di Philomena Lee, anche in seguito al suo incontro con Papa Francesco, e il largo consenso del romanzo di Sixsmith e del film di Frears sono la dimostrazione di come la storia della donna irlandese, cresciuta troppo in fretta e tormentata da un passato agghiacciante, sia una storia emozionante, tragica certo, ma nonostante tutto positiva.

É proprio l’ottimismo e la voglia di rincontrarsi ad aver permesso a madre e figlio di ritrovarsi, seppur nel modo più crudele e ingiusto. E la destinazione finale di Anthony/Michael, che non vogliamo svelarvi, è proprio la dimostrazione di quanto quell’amore che lo ha sempre legato a sua madre possa averlo portato a compiere una scelta che ha senso anche se pensata in prospettiva di un futuro negato.

C’è un verso che può rappresentare in qualche modo questa storia, al quale era legato Anthony/Michael, di William Butler Eeats, estratto da L’opera poetica: “Il vino entra dalla bocca e l’amore entra dagli occhi; è tutta la verità che sapremo prima di invecchiare e di morire. Sollevo il bicchiere alla bocca, guardo te, e sospiro”.

Gilda Signoretti

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PHILOMENA – UNA STORIA VERA

 

Autore: Martin Sixsmith

Editore: Edizioni Piemme [www.edizpiemme.it]

Pagine: 459

Illustrazioni/Foto: Si

Costo: 18,50