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Tales from the Script 04: ANTONIO TENTORI

foto 4 (1)Per il quarto appuntamento della rubrica Tales from the Script, dedicata al mondo e al lavoro degli sceneggiatori, InGenere Cinema ha il piacere di ospitare all’interno delle sue pagine virtuali Antonio Tentori, autore che ha avuto modo di racchiudere, all’interno del suo percorso artistico, importanti collaborazioni con Lucio Fulci, Aristide Massaccesi, Bruno Mattei e Sergio Stivaletti, per arrivare in sala, lo scorso anno, con il suo primo script firmato per Dario Argento.

Come per gli altri ospiti della rubrica, il pezzo è stato sviluppato come uno scritto libero, che l’autore possa elaborare nel modo a lui più consono, ma che all’interno racchiuda alcuni punti fissi:

–          Il ricordo del primo approccio alla scrittura cominciato a scrivere sceneggiature;

–          Il racconto delle proprie esperienze lavorative più significative;

–          Qualche aneddoto legato all’ultimo film scritto.

Antonio Tentori ha organizzato il tutto in brevi e affascinanti paragrafi, che raccontano un’importante pagina della storia del nostro cinema di Genere.

Vi lascio nelle sue mani.

Luca Ruocco

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1.

SUL SET DI MONAMOUR DI TINTO BRASS

Ho sempre voluto fortemente scrivere per il cinema e questo mio desiderio si è realizzato nel 1989, quando ho collaborato con Lucio Fulci al soggetto [e in maniera marginale anche alla sceneggiatura] di Demonia. Ma il film della mia vita, quello che mi ha spinto a intraprendere questa strada, spesso non facile, è stato Un gatto nel cervello. E’ la mia prima sceneggiatura firmata, è un film a cui sono particolarmente legato e che mi ha dato e continua a darmi molte gratificazioni personali. L’unico mio rammarico è quello di aver iniziato troppo tardi, quando ormai la stagione d’oro dell’horror italiano stava avviandosi alla propria conclusione, anche se sono riuscito ugualmente a vivere quell’indimenticabile periodo, prima da spettatore e poi da sceneggiatore per alcuni film.

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2.

con Bruno Mattei sul set di The JailFulci è stato il mio maestro. Amavo da sempre il suo cinema e per me è stato un grande privilegio conoscerlo e poi poter collaborare con lui. Gli devo molto, tutto quello che so è grazie a Lucio. Mi ha insegnato che il cinema è tecnica, lavoro, professionalità e, naturalmente, fantasia. Ho lavorato poi con un altro importante autore dell’horror-splatter italiano, Aristide Massaccesi. Come con Fulci ho avuto con lui una bella amicizia, che esisteva a prescindere dai progetti che ci univano. Per Aristide ho scritto Frankenstein 2000, un Frankenstein moderno che mi è piaciuto molto fare, un horror paranormale che purtroppo non ha avuto una vera distribuzione se non, molti anni dopo, in DVD. Tra i vecchi maestri non posso non nominare un altro grande amico, Bruno Mattei, con cui ho scritto sei film. Mi ha anche “promosso sul campo” suo aiuto regista e siamo andati insieme diverse volte nelle Filippine. Un’avventura indimenticabile! Tra i film che ho fatto con lui mi piace ricordare il dittico degli zombi, ovvero Island of the Living Dead e Zombies the Beginning, ma anche The Jail, un carcerario violento con molte incursioni nell’orrore e nello splatter. Poi c’è Sergio Stivaletti, con cui collaboro da tempo, un  effettista e un regista a cui sono legato da una lunga amicizia. Per ora abbiamo realizzato soltanto un film, I tre volti del terrore, ma presto torneremo insieme con altri lavori.

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3.

OLYMPUS DIGITAL CAMERADracula è stato un impegno notevole, una sceneggiatura che ha richiesto oltre un anno di lavoro. E’ stata anche una sfida per Stefano Piani [l’altro autore dello script] e per me. Ed è stata una sfida per Dario Argento, che ha realizzato un suo Dracula personale dopo centinaia di film sull’argomento. Abbiamo avuto come base il romanzo di Bram Stoker, ma l’abbiamo seguito soltanto per certi versi, per altri invece l’abbiamo abbandonato, come per l’inserimento di personaggi che nel romanzo non esistono. C’è anche un omaggio al racconto di Stoker L’ospite di Dracula, che ha un ruolo non secondario nella vicenda. Lavorare con Dario è stata un’esperienza unica, esaltante. Una lunga e complessa ricerca per trovare la chiave giusta e identificare il Dracula che lui desiderava. Ha richiesto molto tempo ed energia, prima del risultato finale. La mia collaborazione è nata casualmente perché Gianni Paolucci, uno dei produttori, è lo stesso produttore dei film di Mattei e, tramite me, si incontrò inizialmente con Argento per proporgli Dracula. Da qui è nato il progetto, in cui è entrato anche Stefano, un bravo sceneggiatore con cui mi sono trovato molto bene a lavorare. Sono molto affezionato a questo film per vari motivi. Innanzitutto perché è il mio primo film con Dario, con cui avevo sempre sperato di collaborare; per il tema stesso, che mi ha affascinato da quando ero giovanissimo; e poi perché ho bellissimi ricordi, dalle riunioni di sceneggiatura alla scelta degli attori, fino all’anteprima al Festival di Cannes.

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4.

Ho iniziato parallelamente a scrivere sul cinema di Genere e per il cinema di Genere. Era e rimane la mia passione. Il primo saggio, Lo schermo insanguinato scritto con l’amico Maurizio Colombo, risale alla fine degli anni ottanta e nello stesso periodo ho scritto anche il mio primo soggetto, che era Demonia. Poi le due strade, sceneggiatura e saggistica, hanno proceduto in maniera parallela, fino ad oggi. Ci sono stati momenti in cui ero più attivo nel cinema e altri momenti viceversa. I libri per me hanno il potere di sottrarmi temporaneamente alle difficoltà che il nostro genere horror e thriller continuano a incontrare a livello produttivo e distributivo. Insomma servono alla mia sanità mentale!

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5.

con Luigi Pastore sul set di Come una crisalideAdesso comunque le cose sono decisamente migliorate e il cinema indie riesce ad avere propri spazi, a uscire [anche se per pochi giorni] al cinema  e in DVD. Mi piace il cinema indie, lo ritengo un serbatoio di idee e di autori. Credo molto nelle nuove leve e così dovrebbe fare chi ha il potere decisionale di finanziare e distribuire un film, abbandonando una volta per tutte i pregiudizi contro l’horror italiano.

Collaboro volentieri con giovani registi, come Luigi Pastore, con cui ho scritto il thriller Come una crisalide, o Edo Tagliavini, con cui ho collaborato per il suo Bloodline, e scriverò ancora per loro. Attualmente sto lavorando con un altro giovanissimo autore, Lorenzo Lepori, con cui sono nati diversi progetti.

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Luca Ruocco

Roma, settembre 2013

 

InGenere Cinema

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